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La case più belle di Torino aprono al pubblico

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La case più belle di Torino aprono al pubblico

Dopo Roma e Milano è il turno di capoluogo piemontese, che nel weekend del 10 e 11 giugno ospiterà la prima edizione di Open House Torino, aprendo gratuitamente 110 spazi pubblici e privati della città. Appartamenti, studi professionali, hotel, edifici ex industriali, palazzi storici potranno essere visitati nell'ambito della manifestazione che «riprende tutti i canoni del progetto internazionale – racconta Luca Ballarini, fondatore e presidente dell'Associazione Open House Torino – nato nel 1992 a Londra dove oggi si aprono 700 spazi con 300mila visitatori coinvolti».

Dal centro alla prima periferia, la mappa della Torino da esplorare in 48 ore conta edifici che sposano la storia con l'architettura, che raccontano come si vive nella città sabauda.

Le ultime novità d’architettura
Per l'occasione non aprirà le porte la nuova Nuvola di Lavazza, progettata da Cino Zucchi, dove si stanno trasferendo in queste settimane 600 dipendenti del gruppo, ma con Open House Torino si potrà visitare il nuovo Ecocentro dell'Amiat progettato da Picco Architetti con + Studio Architetti Associati, IN.PRO., Prodim e Golder Associates: un'infrastruttura vicino al Parco della Colletta che ospita diverse funzioni, come la raccolta differenziata dei rifiuti e la produzione di energia pulita, racchiuse da una facciata di lamelle verticali.

Il 40% è residenziale
Il 40% dei siti da visitare sono abitazioni e tra le case contemporanee più interessanti da scoprire c'è la Villa nel parco (Strada Val San Martino) progettata dallo studio Labdia, una casa dal design internazionale in armonia con il pendio naturale e affacciata su un giardino di platani. Meno recente, ma oggetto di grande attenzione anche internazionale è Casa Y, una villa in cemento e vetro progettata da Luca Maria Gandini (Pino Torinese). Nella lunga lista c'è anche Casa Hollywood di Luciano Pia in Corso Regina Margherita, che ha preso il posto di un'ex sala da ballo con cinema e teatro. Si tratta di un progetto di demolizione e ricostruzione caratterizzato da aperture irregolari con viste insolite sulla città, e serre verdi bioclimatiche.

Nel panorama torinese non mancano le esperienze di co-housing come quella di Luoghi Comuni realizzata non lontano dal mercato di Porta Palazzo e progettata da Fagnoni e Associati. Case di design anche con lo Studioata sia a San Salvario con la Casa tra gli alberi, sia in via Massena, dove la “casa pazza” ospita un po' di tutto: marmo e cemento, legno e ferro, Ikea e Le Corbusier, compresa una parete d'arrampicata per i figli, tutto in 200 mq su due livelli, sopra e sotto il piano strada.

Dalle torri alla ricerca
«Per vedere Torino dall'alto si potrà salire su una delle tre torri visitabili – racconta Ballarini – su Torre Monaco nell’ex villaggio media delle Olimpiadi, su Torre Pitagora che è un edificio degli anni '60 con vista sulla zona Mirafiori Nord, o ancora su Palazzo Lancia. In tutti questi casi si potranno visitare alcuni appartamenti agli ultimi livelli e comunque godersi la vista dalle terrazze».

Tappa d'autore nel ricco programma è il complesso delle villette Casalegno, un progetto degli anni '50, ai bordi del Valentino, con finestre a nastro, una perla del modernismo italiano.

Terza tappa consigliata dal presidente di Open House Torino è l'Environment Park, «una perla della città – racconta - dove lavorano una sessantina di aziende che si occupano di energia e che hanno dato impulso al cosiddetto ‘innovation mile' attirando altre start up e aziende che si occupano di innovazione».

Percorso di riqualificazione
Open House Torino sarà anche simbolo di vitalità, e nell'area di Barriera Milano, nel raggio di 200 metri, si potranno trovare il Bellissimo Blue Loft - che è la sede del team di Ballarini - le gallerie Cripta 747 e Franco Noero e la Zucca Architettura Factory. Quest'ultima è uno studio con residenza di Maurizio Zucca, architetto e attivista urbano, tra i fondatori di Open House Torino, che ha scelto di realizzare il suo ufficio recuperando un opificio di inizio Novecento, in cui si sono succedute negli anni svariate produzioni, dai prodotti chimici alla terra rossa per i campi da tennis.

«Dal basso una serie di imprenditori stanno cercando di rigenerare quest'area – ha commentato Ballarini – per farne una zona particolarmente attrattiva per creativi e innovatori». Ultima tappa del tour segnalato dal coordinatore del progetto è il cortile privato di via alla Villa Quiete, su cui affacciano «due case dei primi del ‘900, ai piedi della collina di Torino, vicino ad un ruscello – racconta – ristrutturate ricavando un'elegante casa-studio». È un Arts Crafts contemporaneo, progettato da Cristiana Bevilacqua e Labdia, con uno studio di architettura e un atelier di moda.

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