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Le opere delle archistar al debutto nel 2018

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grandi progetti

Le opere delle archistar al debutto nel 2018

Cambiano i modi di abitare, lavorare e spendere il tempo libero, di incontrarsi e di fruire di servizi: così il successo delle nuove architetture e di pezzi di città rigenerati dipende sempre più spesso dall’uso che ne fanno le persone. L’architettura contemporanea sfida l’ingegneria, sperimenta mix funzionali inediti, produce delle icone che integrano spazi pubblici e privati. Questo trend si può percepire e apprezzare in molte delle grandi opere di architettura che saranno completate nel 2018.

A partire dal tanto atteso The Shed, il primo centro multi-artistico progettato da Diller Scofidio + Renfro, in collaborazione con Rockwell Group, a New York, a ridosso della High Line. Un’opera innovativa con una forte carica di creatività architettonica realizzata con soluzioni ingegneristiche inedite per integrare una struttura fissa di otto piani con un ampliamento telescopico che permetterà di estendere uno spazio coperto a seconda delle necessità. Architettura flessibile per dare forma ad un concept pensato per promuovere le arti visive e dello spettacolo, con un laboratorio sperimentale gratuito per gli artisti non ancora affermati. Scorrendo lungo dei binari, tramite dei carrelli, la copertura rivestita in Efte – un polimero progettato per avere un'alta resistenza alla corrosione – potrà modificarsi, accogliere delle sedute in occasione di un evento teatrale o rimanere libera per altri tipi di performance (ospitando 1.250 persone sedute e 3.000 in piedi).
Un progetto che farà scuola, nato dal recupero di un’area dismessa per proporre un’opera dinamica proiettata in un futuro tutto da scrivere, ripensando il ruolo delle istituzioni culturali anche con il contributo di donazioni private per portare a termine i lavori. Il cantiere è in corso, entro l'anno saranno ultimati i lavori anche se l'inaugurazione sarà nel 2019.

Lo studio di Rem Koolhaas nel 2018 chiuderà diverse opere significative e nella capitale taiwanese si presume sia davvero pronto per l'inaugurazione il Taipei Performing Arts Center: un landmark dirompente nel tessuto storico consolidato del distretto di Zhongshan. Nato da un maxi-concorso indetto nel 2009, il progetto di Oma si caratterizza per essere una macchina complessa e flessibile, con una scala mobile rossa (che ricorda quelle del Fondaco dei Tedeschi di Venezia) di 250 metri che attraverserà le viscere dell’opera che si snodano attraverso tre grandi spazi, un teatro principale da 1.500 posti e altri due da 800.

In Europa, Londra si conferma un cantiere particolarmente vivace: sono state annunciate 13 nuove torri nella City entro i prossimi dieci anni, e nel 2018 comincerà a diventare operativo anche il maxi-piano infrastrutturale di CrossRail, con 42 chilometri di nuovi tunnel scavati sotto la capitale britannica, 100 chilometri di rete complessivi e 41 nuove stazioni. Tra i tanti progetti di rigenerazione urbana in cantiere, con attenzione al recupero del patrimonio in chiave contemporanea, sarà pronto per l’autunno il Coal Drops Yard, firmato dal designer Thomas Heatherwick nell’area di King’s Cross. Qui, in un ex deposito di carbone, due lunghi viadotti vittoriani saranno collegati tra loro attraverso una spettacolare copertura creando uno spazio pubblico, attrezzato con servizi e negozi, aperto alla città.

In Francia, Renzo Piano ultimerà quest'anno il Campus universitario di Amiens mentre a Parigi, quarant’anni dopo il Centre Pompidou, l’architetto genovese è pronto per tagliare il nastro del nuovo Tribunale che entrerà in esercizio dal secondo trimestre del 2018 e raggiungerà un’altezza di 160 metri. Sarà il secondo edificio abitabile più alto di Parigi dopo la Tour Montparnasse.

La sfida verticale si vincerà però a San Pietroburgo dove si lavora per completare quest’anno un grattacielo di 462 metri di altezza nell’ambito dell’ampio piano di trasformazione urbana, il Lakhta Center, che darà vita ad un distretto innovativo e sostenibile per funzioni pubbliche e private, dove troverà sede anche il quartier generale del Gruppo Gazprom. In Italia i grattacieli sono sempre solo milanesi e il prossimo ad essere inaugurato sarà la Torre Generali nell’area di Citylife, in attesa della terza verticale che completerà definitivamente la trasformazione dell’area dell’ex fiera.

Tra le mete da non perdere quest’anno c'è La Valletta (Malta), capitale europea della cultura 2018: tra le tante novità portate a termine per questo appuntamento c'è anche un’architettura italiana che punta alla sintesi tra riqualificazione del patrimonio e valorizzazione del cibo. Lo studio Archea infatti sta terminando il recupero del cosiddetto Is-Suq tal-Belt, replicando il modello di successo messo a punto al Mercato San Lorenzo di Firenze, con un mercato integrato con spazi per la ristorazione. In Italia invece il contenitore culturale più atteso è l’M9 di Mestre che sarà pronto per la fine dell’anno, portando a compimento un intervento di rigenerazione urbana con un progetto dei tedeschi Sauerbruch Hutton che integra il museo con una mediateca-archivio, aree per le attività didattiche, servizi al pubblico, negozi e una food court. Sempre sul fronte culturale, dopo il successo del Louvre di Abu Dabi, si prevede che Jean Nouvel riuscirà a completare entro il 2018, dopo continui stop&go, anche il Museo Nazionale del Qatar.

Il mixed use è la carta vincente dei più interessanti progetti contemporanei e in primavera a Copenaghen si taglierà il nastro del tanto atteso Amager Resource Center firmato dallo studio Big: un inceneritore di ultima generazione, un landmark urbano attrezzato per arrampicarsi, camminare in un immenso parco, ma anche sciare...su una montagna di rifiuti.

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