Anche il 2018, dopo un 2017 che ha chiuso tutti i mesi in negativo, si apre con una frenata della domanda di mutui: il monitoraggio mensile delle interrogazioni sul Sistema di informazioni creditizie di Crif relative sulla richiesta di nuovi finanziamenti ipotecari e surroghe da parte delle famiglie italiane fa segnare a gennaio -10,8% rispetto allo stesso periodo del 2017. «Nello specifico – si legge in una nota – il fenomeno delle surroghe risulta in significativa contrazione e incide negativamente sulla performance dell’intero comparto».
A mitigare l’andamento negativo delle richieste «si segnala nel primo mese dell’anno una nuova crescita dell’importo medio, che si attesta a 125.724 euro (+3,7% rispetto a gennaio 2017), confermando il trend di costante incremento rispetto al 2017».
Per quanto riguarda la distribuzione delle richieste di nuovi mutui e surroghe in base alla durata «è la classe compresa tra i 16 e i 20 anni di durata quella in cui si concentra la quota maggioritaria di richieste, con il 25,2% del totale, seguita dalla fascia tra i 26 e i 30 anni, con il 23%».
A fronte del quasi azzeramento delle richieste (vere e proprie istruttorie formali, non semplici richieste di informazioni o preventivi online) di durata inferiore ai 5 anni, fascia in cui tipicamente si concentrano le surroghe, «continua lo spostamento delle richieste verso piani di rimborso sempre più lunghi, con oltre i due terzi delle pratiche che prevede una durata superiore ai 25 anni».
Secondo la Bussola elaborata da Crif e MutuiSupermarket, nell’ultimo trimestre del 2017, la media trimestrale dei migliori spread per mutui a tasso variabile si assesta attorno all’1% mentre la media dei migliori spread per mutui a tasso fisso si stabilizza attorno allo 0,3% (mutuo di 140mila euro, durata 20 anni, valore immobile 220mila euro).
Il rallentamento del ritmo di crescita delle compravendite residenziali –i dati dell’Agenzia delle Entrate registrano sul terzo trimestre 2017 una crescita del numero delle compravendite, pari a +1,5% rispetto al terzo trimestre 2016 – si accompagna, secondo la Bussola, a un’ulteriore riduzione dei prezzi al mq degli immobili forniti in garanzia al mutuo con «una contrazione pari al -3,5%». La contrazione maggiore si registra nel Centro Italia, con un -7% rispetto al quarto trimestre 2016, mentre nelle macro aree nord-est e sud e isole si registrano riduzioni rispettive del -2,5% e -2,7%; l'area nord-ovest, infine, registra un -0,5%.
«Da parte delle banche c’è ancora grande disponibilità – afferma Stefano Magnolfi, executive director di Crif Real Estate Services – a finanziare l’acquisto immobiliare per fidelizzare maggiormente la clientela. Si dovrà comunque osservare come evolverà la situazione in seguito all’entrata in vigore (per ora slittata in avanti a causa del dibattito che si è sollevato sulle implicazioni della sua applicazione “as is”) dell’Addendum emanato dalla vigilanza della Bce, che prevede l'azzeramento a bilancio del valore della garanzia immobiliare qualora la banca non riesca a recuperarla entro 7 anni. Tale documento, infatti, potrebbe rendere meno attrattivo il prodotto creditizio per il settore immobiliare, alla luce della maggiore penalizzazione del trattamento delle garanzie qualora divengano Npl».
«L’outlook di mercato rimane positivo sul 2018 – commenta Stefano Rossini, amministratore e fondatore di MutuiSupermarket.it –. Stanno infatti sempre più concretamente rafforzandosi una serie di condizioni che potrebbero rilanciare il mercato delle compravendite e dei mutui residenziali sul prossimo anno. Un costo dei finanziamenti casa stabile e prossimo ai livelli di minimo storico, specie per i mutui a tasso fisso, quotazioni immobiliari che hanno segnato nel 2017 un -4,1%, portando il calo dei prezzi medi delle case sugli ultimi 7 anni a circa il -22%, dati su crescita economica e livelli occupazionali da tempo positivi e confortanti, sono tutti fenomeni che potrebbero nel corso dei prossimi trimestri innescare una ripartenza dell’interesse verso l’acquisto casa. Terminato dunque il capitolo surroga, che ha spiegato gran parte delle dinamiche di crescita dell'ultimo triennio, si torna quindi a un mercato dei mutui che avrà nella domanda per acquisto casa il nuovo motore di crescita».
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