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Affitti brevi, le case dedicate alle attività di locazione crescono…

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Affitti brevi, le case dedicate alle attività di locazione crescono del 58%

(Marka)
(Marka)

Balza del 58% in dieci anni il numero di appartamenti in affitto breve, da parte di chi ha trasformato la locazione turistica in una vera e propria attività. È quanto emerge dai dati Istat, aggiornati a tutto il 2017, rielaborati da Solo Affitti Brevi, il brand della società omonima specializzata nello short rent. Il numero complessivo di abitazioni locate con questa formula, infatti, è passato da un totale di 68.129 del 2008 ai 107.366 di oggi.

Il dato è significativo poiché restituisce la dimensione di un fenomeno in ascesa. Una tendenza già intercettata da una recente analisi di Tecnocasa, che tra 2013 e 2017 ha registrato un deciso aumento degli acquisti immobiliari a scopo di investimento, passati dal 18,2% al 29,3% in provincia di Milano, dal 27,9% al 41,1% a Napoli, dal 29,1% al 46,5% a Cagliari, dal 16% al 33,9% a Verona e molto evidente in località turistiche che vanno dai Comuni sul Lago di Garda al Cilento fino alla costiera amalfitana. Tutti investimenti in cui i proprietari hanno dichiarato l'intenzione di adibire il nuovo immobile allo short rent, considerato più facile da gestire rispetto al B&B.

L’elaborazione di Solo Affitti non va comunque confusa con il totale dei privati attivi in Italia sulle locazioni brevi. Basti pensare che il solo Airbnb conta circa 80.000 host nel nostro Paese. I numeri, infatti, sono tratti dalla statistica Istat sulla “Capacità degli esercizi ricettivi” e si riferiscono alla voce “alloggi in affitto gestiti in forma imprenditoriale” all'interno della categoria “strutture extra alberghiere” (con l’aggiunta della voce, poco rilevante, di “case per ferie”, che nel glossario dell'istituto indica colonie o case vacanza di aziende e associazioni). I dati provengono dai registri delle attività di Regioni, Comuni e province autonome.

Ma molti privati non sono registrati pur essendo perfettamente in regola, dal momento che il criterio di attività imprenditoriale dipende da norme locali, solitamente riferite al numero di unità. In Lombardia, ad esempio (Legge Regionale 1° ottobre 2015, n. 27 ) la locazione turistica può avvenire in forma non imprenditoriale quando si affitta fino a un massimo di tre unità e in maniera non continuativa (non più di 270 giorni l'anno).

Su base territoriale, la Campania è la regione che ha registrato l'incremento maggiore: secondo l’elaborazione di SoloAffitti Brevi quasi otto volte in più con strutture passate da 819 a 7.291, seguita dalla Basilicata (+645%, da 74 a 551) e dalla Lombardia, dove gli appartamenti sono incrementati del 482% (a 5.626). Ma in tutte le regioni dove è forte la presenza di località turistiche c'è stato almeno un raddoppio delle attività, come in Emilia-Romagna (+378%, da 1.700 a 8.124), Lazio (+238%, da 1.551 a 5.235), Puglia (+212%, da 498 a 1.554), Calabria (+157%, da 143 a 368), Sardegna (+152%, da 310 a 780) e Sicilia (+109%, da 754 a 1574). Parallelamente, è salito anche il numero di posti letto (+22%, da 728.650 a 890.172) mentre, a livello provinciale, spicca il balzo di Ferrara (30 volte in più, da 109 appartamenti censiti a 3.479), Bergamo (da 42 a 902), Matera (da 27 a 429), Salerno (da 406 a 6021) e Taranto (da 17 a 166).

«L’offerta è accelerata in modo significativo negli ultimi tre anni – spiega Alessandro Leder, responsabile Solo Affitti Brevi, che per le 300 agenzie del network stima un ritorno potenziale di 27 milioni di euro –. Se nel 2015 la disponibilità era ancora carente rispetto alla domanda, oggi ci sono zone dove la scelta è così ampia che il prezzo ne risente al ribasso. In città come Bologna, Firenze e Trieste sono molti i proprietari di casa che ogni settimana rinunciano alle locazioni classiche per intraprendere l’attività di affitto breve».

Quanto alle località potenzialmente più remunerative, una recente analisi di CaseVacanza.it ha stilato la top 20 dell’estate mettendo sul podio Capoliveri, nell’isola d'Elba, dove il portale registra un prezzo medio per notte di 300 euro, davanti a Palau (Sassari) con 272 euro, seguita da San Gimignano (Siena) con 246 euro a notte. La Sardegna è la regione con la più alta concentrazione di mete high cost (8), seguita dalla Toscana (6). Più economico l'Adriatico con i 147 euro di Riccione (Rn) e i circa 180 euro di Polignano a Mare (Ba) e Numana (An).

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