«Sono sempre stato dell’idea che i prodotti debbano avere una vita lunga e che un oggetto, un mobile disegnato oggi deve piacere oggi, domani e tra dieci anni». Così il designer David Lopez Quincoces, spagnolo di nascita e milanese d’adozione racconta la sua ricerca.
La ricerca di prodotti atemporali è una tendenza evidente in questa nuova edizione del Salone. Che cosa pensa di questo ritorno
all’essenzialità, alle radici del design?
Parlando del mio mondo personale, per me è una necessità, cerco la sintesi di un’idea per riuscire a portarla nella sua purezza,
è il mio modo per arrivare a progettare prodotti senza tempo. A livello di tendenza, si sta rivalorizzando quella che è la
forza del progetto in sé, ciò che vuole esprimere un prodotto quando si va a togliere tutto il superfluo e si eliminano gesti
forse troppo banali.
A volte le cose semplici richiedono lavorazioni ancora più sofisticate. Penso alla nuova libreria Sailor che ha disegnato per Living Divani.
Più semplice appare un prodotto, più semplice si pensa sia costruirlo, ma tantissime volte le soluzioni tecniche che nascono per raggiungere il risultato estetico richiedono un’ingenierizzazione altissima. In questo caso c’è stato un lungo lavoro per ottenere sezioni ridotte, per raggiungere una certa stabilità e rendere di una semplicità sorprendente lo smontaggio e il riposizionamento delle mensole. Un lavoro enorme che ha comportato un investimento importante da parte del produttore.
Un mood pulito caratterizza anche la nuova collezione Six Project II firmata Quincoces-Dragò, che verrà presentata in questi giorni alla Six Gallery. Quali sono state le sue fonti d’ispirazione?
Quando lavoro per me stesso posso sperimentare di più, scegliere a volte materiali più nobili di quelli che l’industria potrebbe mettere in produzione o ricercare lavorazioni che a livello industriale sarebbero complicate da gestire perché presentano troppe variabili, non garantendo uniformità. Così, anche per questa seconda collezione, ho lavorato in equilibrio sulla linea di confine tra artigianato e industrial design. Per la consolle QD18, uno dei nove prodotti della collezione, ho voluto utilizzare l’acciaio satinato ispirandomi all’opera Donald Judd. Sono andato a ricercare quegli anni e quella purezza che lui utilizzava nelle sue sculture e ho riscoperto un materiale che in questi ultimi tempi è stato lasciato un po’ da parte. Per trovare nuove ispirazioni il mio occhio va sempre più al passato che al presente e questo anche per la ricerca che con Six Gallery facciamo per i mobili vintage.
Altri progetti al Salone?
Con Living Divani, oltre alla libreria Sailor, un divano, con Lema la consolle Ella e il nuovo sistema giorno, che è l’evoluzione del T30, e poi con Oluce una bella famiglia di lampade che si caratterizza per i richiami architettonici e la pulizia delle forme, con Bitossi una famiglia di vasi, con Salvatori un’evoluzione della linea Adda per il bagno, con nuove finiture e texture particolari, e con Potocco un tavolo.
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