Sarà lo studio Citterio-Viel a disegnare una importante fetta della fase due di Porta Nuova. Una fase che ha preso corpo con le diverse acquisizioni fatte da Coima nell’arco degli ultimi mesi. A fianco di Gioia22, la torre che il gruppo guidato da Manfredi Catella sta portando avanti per conto del fondo sovrano Adia (Abu Dhabi investiment authority), sorgeranno nuovi edifici scaturiti dalla riqualificazione dell’ex edificio Telecom di via Pirelli 35 e del palazzo del Comune, in via Pirelli 39, che Catella ha acquistato dopo un’asta molto combattuta per 175 milioni di euro (193 milioni con i 18 milioni pagati per l’area antistante di parcheggio), oltre alla rigenerazione dei terreni all’incrocio tra via Melchiorre Gioia e via Pirelli, di cui sempre Catella ha acquisito i diritti.
Si tratta di aree che riguardano oltre 150mila metri quadrati e 20mila mq di spazi pubblici che costituiscono il completamento del quartiere di Porta Nuova. Le volumetrie saranno usate per realizzare un grattacielo unico o più palazzi? È presto per dirlo perché i team sono al lavoro. L’idea di fondo propende per un disegno integrato, anche perchè l’area permette di ricucire zone separate della città. Sulla mappa, seguendo il masterplan che integra Gioia22, l’area è determinante per realizzare un corridoio che parta dall’ex Scalo Farini per passare dal parco di Porta Nuova e arrivare in Stazione Centrale.
«Le nostre città devono tornare a essere motore di sviluppo e di innovazione nel mondo – ha detto Manfredi Catella -. Qui vivrà la maggioranza della popolazione nel prossimo futuro».
I progetti avviati in zona (tranne Gioia22) rientrano nell’attività del fondo Coima Opportunity Fund II, che raccoglie capitali da investitori istituzionali italiani e internazionali (tra cui Inarcassa, Ivanhoe Cambridge, Poste Vita, un fondo pensione asiatico e secondo indiscrezioni anche Gic, il fondo sovrano di Singapore), fondo che ha completato il periodo di raccolta di capitale con una capacità di investimento di oltre 1,5 miliardi. Ma tra i progetti in cui la società è coinvolta a Milano ci sono anche investimenti nell’area dello Scalo Farini e dello Scalo di Porta Romana (si veda articolo sotto).
In una Milano in pieno fermento immobiliare Coima sta coordinando progetti già identificati per un controvalore di oltre due miliardi di euro e si è posta come obiettivo di contribuire con ulteriori tre miliardi di euro nei prossimi cinque anni. In tutto Coima ha un portafoglio di 54 progetti realizzati negli ultimi dieci anni e 15 già avviati.
Tornando alla recente fase di sviluppo di Porta Nuova sul lato Melchiorre Gioia, la strategia prevede che venga realizzato un masterplan unitario coordinato da Gregg Jones dello studio Pelli Clarke Pelli Architects -che a suo tempo aveva disegnato il masterplan di Porta Nuova- assieme a un team qualificato composto da Patricia Viel dello studio Antonio Citterio Patricia Viel, Chris Choa di Aecom (che si è occupato del masterplan delle Olimpiadi di Londra), Ibrahim Ibrahim di Portland (pecializzato in animazione degli spazi pubblici), Jim Burnett dello studio OJB e Andreas Kipar di Land come paesaggisti.
Il ruolo sempre più centrale della rigenerazione urbana e dell’architettura nel cambiare volto a intere aree delle città, Milano in primis, e nel restituire al pubblico zone degradate ha portato anche alla costituzione di Coima City Lab,un laboratorio di idee che punta a svolgere «un ruolo strategico nel tracciare le linee guida per la creazione degli spazi urbani del futuro sia per i progetti che saranno promossi da Coima stessa, sia come contributo culturale allo sviluppo del territorio italiano come risorsa fondamentale del Paese» recita una nota. Tra i nomi che prenderanno parte al progetto ci sono Stefano Boeri, Carlo Ratti, Cino Zucchi ed Elizabeth Diller (Diller Scofidio + Renfro), che ha realizzato la Highline di New York.
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