Ben più leggero e duttile del passato. Sostenibile e circolare. Posato faccia a vista, senza intonaci, per risultati estetici sorprendenti. In dialogo sempre più aperto con il vetro o l’acciaio (suoi partner di sempre), così come con il legno, di cui è un indispensabile supporto, almeno nella porzione che riguarda il basamento di ogni casa in bioedilizia.
Le strade dell’off-site
Il cemento oggi parla di sé con un nuovo vocabolario. Punta di più sulla prefabbricazione, non solo dei tradizionali solai
(ambito in cui l’off-site è presente da anni), ma per tutte le porzioni dell’abitazione. Ha imboccato la strada della produzione automatizzata, del controllo digitale e della posa in cantiere per mezzo di stampanti
3D e robot.
Punta sulla leggereza, grazie a calcestruzzi a elevata resistenza o sul minore impatto sull’ambiente, con lo sviluppo di diversi marchi che si occupato di calcestruzzi clavati e areati. Diventa anche “circolare”, prodotto con scarti (ad esempio di plastiche e gomma di pneumatici), assume proprietà di depurazione dell’aria; è in grado, addirittura, di produrre energia e grazie all’integrazione con il grafene (ultimo ritrovato nel campo) aumenta le proprietà di conduzione per il riscaldamento delle case.
Fra le evoluzioni del mercato prefabbricato, e non solo, c’è infine la capacità della tecnologia di inserire in fase di lavorazione di una struttura una serie di sensori e chip che aiuteranno negli anni a monitorare dall’interno dentro le evoluzioni di un edificio. Una frontiera che in parte è già realtà e che promette case e infrastrutture più sicure, e soprattutto più “prevedibili” nei comportamenti e per questo di più facile manutenzione.
Dall’Expo al residenziale
Casi ad alta tecnologia hanno fatto scuola: il Palazzo Italia dell’Expo di Milano 2015 – la cui intera superficie esterna
e parte degli interni sono stati realizzati con pannelli di cemento biodinamico i.active, cuore dell’innovazione di Italcementi
– non solo è prefabbricato, ma è un edificio capace di pulire l’ambiente intorno a sé. i.active, che ora comincia a diffondersi anche in sviluppi residenziali come quello di NovAmpere a Milano, interagisce con la luce del Sole e dà vita a processi di autopulizia e disinquinamento.
La recente Nuvola di Lavazza, nuovo quartier generale dell’azienda a Torino, sia nelle fondamenta che nello sviluppo dei piani è stato realizzato con un calcestruzzo ad alta resistenza.Nel caso dell’impronta dell’edificio, è stato il laboratorio di area di Unical a progettare un calcestruzzo ad alta impermeabilità con sistema Drytech per ovviare alle problematiche di una falda acquifera. Per la struttura, la leggerezza degli elementi verticali è stata realizzata con l'utilizzo di un calcestruzzo ad alta resistenza di Buzzi Unicem.
Prefabbricazione e futuro per il cemento significano anche dialogo con altri materiali: ogni materiale “compensa” con le proprie caratteristiche. Fra quelle del cemento la durevolezza, l’alta resistenza al fuoco e la possibilità di lavorazioni in 3D. E allora nascono brevetti come “Aria” di WoodBeton che assembla pareti prefabbricate miste legno-calcestruzzo, ottenendo un prodotto con un ottimo isolamento termico e acustico, sicuro in caso di sisma e durevole nel tempo. Oppure come ReadyMade di Moretti More, che assembla pannelli di calcestruzzo (brevettati dall’azienda) con componenti prefabbricati in legno, che servono a dare leggerezza alla struttura: il sistema, ad esempio, è stato impiegato per la costruzione di un villa a Scanzorosciate (Bg).
Progettata sulle colline di Pino Torinese da Luca Maria Gandini (fra le protagoniste della manifestazione Open House), è invece CasaY, composta da un parallelepipedo in cemento incassato nel terreno su cui si innesta un volume proteso a sbalzo sulla vallata. Cemento e ferro collaborano nel restituire un’atmosfera di solida semplicità.
Mercato affermato all’estero
Dalla prefabbricazione e dal matching con altri materiali, molti gli esempi dall’estero. In Germania o Giappone, ad esempio,
il mercato di segmento vale dal 10 al 40%. Svettano i grattacieli. In Cina, a Changsha, è stata realizzata la torre prefabbricata più alta del mondo. La tecnica è mista (cemento e acciaio): i 57 piani sono stati costruiti in tempi record, al ritmo di tre piani al giorno per un totale di 800 appartamenti per i
dipendenti dell’azienda Broad Sustainable Building e uffici per 4mila lavoratori.
In Olanda, a Den Haag, da qualche anno svetta una torre residenziale dalla forma triangolare, in cemento prefabbricato e di 121 metri di altezza che ricorda il più famoso Flatiron Building di New York. L’architetto Robert Konieczny in Polonia ha dato vita a un manufatto che ricorda la struttura di un tipico fienile polacco, enfatizzando il legame con il paesaggio circostante, e costituisce un esempio di architettura consapevole, basata sulla conoscenza del territorio, soggetto a frane frequenti. Per gli interni è stato scelto un Microtopping Ideal Work, soluzione cementizia polimerica che, in soli 3 mm di spessore, consente di creare raffinate superfici materiche e continue, senza fughe.
In Svizzera, gli architetti dello studio WEspi de Meuron Romea hanno realizzato una casa in calcestruzzo straordinaria per la capacità di poggiare su un ripidissimo pendio: nel colori e nella forma semplice, l’edificio cerca di inserirsi totalmente nel contesto della montagna, delle foreste e del lago che la circonda.
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