Fondi immobiliari avanti tutta in Italia. A fronte di una percezione generalizzata del mercato immobiliare condizionata dall'andamento deludente del settore residenziale vi è un'ondata crescente di entusiasmo e di risultati da parte del cosiddetto “mattone gestito”. Nel 2018 infatti il patrimonio immobiliare detenuto dai 450 fondi attivi ha superato i 66 miliardi di euro, crescendo del 13,8 per cento. E le previsioni per il 2019 indicano un patrimonio di almeno 75 miliardi, con un'ulteriore crescita del 12,1 per cento. In questo modo si arriverebbe vicini alla soglia degli 80 miliardi, con la quale l'Italia diventerebbe il terzo Paese in Europa sul fronte dei fondi immobiliari, lasciandosi definitivamente alle spalle l'etichetta di fanalino di coda tra i grandi del real estate.
Sono questi i dati che emergono dal Rapporto 2019 “I Fondi immobiliari in Italia e all'estero”, realizzato da Scenari Immobiliari in collaborazione con lo Studio Casadei, che ne ha curato la parte di analisi finanziaria. Il Rapporto è giunto alla 34ma edizione. «La gestione professionale degli immobili – ha detto Mario Breglia, presidente di Scenari Immobiliari, illustrando il Rapporto – rappresenta sicuramente il fatto più importante di questo secolo nel mondo immobiliare, come la gestione attraverso fondi mobiliari aveva caratterizzato gli ultimi decenni di quello precedente».
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Alle spalle del boom dei fondi immobiliari italiani il buon andamento del mercato immobiliare e un incrementato interesse per una gestione professionale; un ruolo importante riguarda poi le dismissioni pubbliche, che dovrebbero utilizzare in buona parte lo strumento fondo. Così, il fatturato complessivo delle Sgr è stato di circa 420 milioni di euro nel 2018, con circa 1.200 addetti, e gli acquisti nel corso dell'anno sono stati pari a 6,1 miliardi di euro a fronte di 3,5 miliardi di dismissioni.
In Europa sono operativi oltre 1.870 veicoli a contenuto immobiliare, con un patrimonio complessivo pari a circa 1.100 miliardi di euro. Focalizzandosi sugli otto Paesi europei considerati dal Rapporto (Francia, Germania, Gran Bretagna, Lussemburgo, Olanda, Spagna, Svizzera e Italia) emerge che il ritmo di crescita del patrimonio dei fondi non si arresta e nel 2018 si è avuto un progresso di oltre 10 punti percentuali, dopo la variazione maggiore realizzata nel decennio nel 2017. Lo scorso anno si è chiuso con un patrimonio totale (Nav) di 650 miliardi di euro. La dimensione media del patrimonio dei fondi immobiliari europei non supera i 380 milioni di euro, ma il dato è molto condizionato dal valore limitato dei singoli fondi italiani. Le previsioni raccolte per il 2019 tra i principali operatori europei sono di una crescita del patrimonio di oltre il 5 per cento. Il numero di fondi è previsto in aumento, sempre secondo Scenari Immobiliari, e l'andamento del primo quadrimestre 2019 conferma un ritmo lievemente inferiore a quello dell'anno appena trascorso, ma sempre positivo.
A livello internazionale nel 2019 continua il momento positivo dei mercati immobiliari, con una grande spinta a investire sul residenziale, novità assoluta per il settore, che porta il mattone sul trono degli investimenti a livello mondiale. Il fenomeno più importante è la crescita del risparmio gestito in immobili attraverso fondi immobiliari (quotati e non) e Reits. Il totale degli investimenti a livello mondiale continua a crescere e alla fine dello scorso anno ha raggiunto i 2.930 miliardi di euro, in aumento del 3,5% rispetto al 2017.
Il rapporto di Scenari Immobiliari dedica una parte anche alle opinioni espresse dalle Sgr italiane. «Per quanto riguarda l’anno in corso, l’opinione delle Sgr è completamente mutata rispetto a quanto evidenziato lo scorso anno: le aspettative per la stabilità o un lieve miglioramento sono pari al 27% ciascuna, mentre un 20% si aspetta, parimenti, un peggioramento lieve o più sensibile - dice Mario Breglia- Nessuna società si aspetta un sensibile miglioramento dell'andamento dell'economica nazionale ».
Più nel dettaglio, gli operatori si aspettano un lieve incremento dei prezzi in ogni comparto, ad eccezione dei negozi, per i quali la prospettiva, per oltre il 46% delle società, è di stabilità.
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