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Biodiversità e ricerca, tutta la filiera nel nuovo Cirfood district

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Biodiversità e ricerca, tutta la filiera nel nuovo Cirfood district

Open innovation nel campo dell’alimentare, con l’architettura protagonista a Reggio Emilia. Gli studi Iotti + Pavarani Architetti e Lauro Sacchetti Associati hanno svelato il nuovo progetto del Cirfood District: un laboratorio dedicato alla ricerca e alla sperimentazione per l’innovazione in ambito nutrizionale e food service.

Cirfood, realtà italiana della ristorazione organizzata, realizzerà entro il 2020 l’ampliamento della propria sede (1.600 mq di superficie in un'area di 15.200 mq) con una struttura che terrà insieme architettura e paesaggio, dove l'impresa svolgerà le proprie attività di ricerca e sviluppo (in termini di prodotto, processo e servizio) e dove si concretizzerà la collaborazione tra il sistema pubblico e il settore privato, con l’obiettivo di favorire la contaminazione tra istituzioni, aziende, start-up, enti di ricerca, università, terzo settore e produttori coinvolti a vario titolo nello sviluppo di soluzioni innovative per le sfide locali e globali sul futuro del cibo e della nutrizione. Il nuovo distretto sarà il primo tassello della cosiddetta “Nutrition Valley” che accoglierà e sosterrà progetti, opportunità di confronto e sperimentazione, anche grazie ad un concept architettonico aperto e flessibile, pensato come luogo dove “co-progettare” e condividere idee e best practice.

L’edificio che ospiterà il distretto è stato concepito per favorire la massima condivisione e trasparenza, attraverso una struttura vetrata che crea continuità tra interno ed esterno e tra gli spazi stessi della struttura. «Attenzione alla sostenibilità ambientale e all’efficienza energetica, grazie anche all’adozione di una copertura verde di 850 mq, che si presenta come un'unica grande vela – spiegano i progettisti – e alla produzione di energia rinnovabile con pannelli fotovoltaici». Il Cirfood District sarà di fatto primo edificio a Reggio Emilia con livello Gold di certificazione secondo il protocollo internazionale di sostenibilità Leed.

Massima integrazione con l'ambiente anche grazie all'idea di una “foresta edibile” – 1.800 mq di Food Forest – con specie autoctone della Pianura Padana, che offrirà ai visitatori percorsi di scoperta e approfondimento sulle origini del cibo, i metodi di produzione, trasformazione, consumo, recupero e l'importanza della difesa della biodiversità.

Il fulcro del centro di innovazione è rappresentato dallo spazio centrale della cosiddetta agorà: un open space a doppia altezza sul quale affacciano i vari ambienti dell'edificio e intorno al quale ruotano i percorsi e i sistemi di risalita. «Ospiterà le attività comuni (incontri, conferenze, eventi, showcooking) e costituisce lo spazio di ingresso e accoglienza – spiegano gli architetti – in cui un'installazione sospesa, il cloud, crea una scenografia in movimento capace di restituire al visitatore un’anteprima dei contenuti e delle attività ospitati nel Cirfood District».

Al piano terra, una cucina sperimentale fa da sfondo, tramite una vetrata, all’agorà; la cucina sarà collegata con un laboratorio sensoriale e con un ristorante sperimentale, pensato per la verifica di particolari menu, ricette e modalità di servizio. Lungo i percorsi sarà allestita una mediateca dedicata alla cultura del cibo, mentre al primo piano ci sarà l'area workshop.

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