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Westfield Milano, rinviato al 2022 con più food e lusso

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Westfield Milano, rinviato al 2022 con più food e lusso

Westfield Milano si ridimensiona. Sarà l’ecommerce a fare paura? «Ho un account Amazon e, a casa, Alexa che guida la gestione degli spazi - dice Alberto Esguevillas, country manager del colosso nato l’estate scorsa dalla fusione di Unibail Rodamco e Westfield -. La tecnologia sarà pervasiva in futuro, soprattutto nel retail dove canale fisico e online si dovranno interfacciare sempre più».

Westfield deve fare i conti con tre rinvii e un ridimensionamento della superficie. I rumor di mercato relativi al primo shopping center italiano del colosso mondiale del real estate retail, che vale 1,4 miliardi di euro di investimento (comprese le infrastrutture), trovano conferma nelle parole dei vertici del gruppo. «L’apertura di Westfield Milano è prevista per il 2022 - dice Esguevillas -, soprattutto per difficoltà legate alla realizzazione delle infrastrutture». Non si può escludere che sulle decisioni pesi il timore di crisi che aleggia sul retail mondiale.

L’inaugurazione del mega mall di Segrate è quindi posticipata, quando era stata annunciata la prima volta per il 2018 e la seconda per fine 2019. Ma a cambiare sono anche le dimensioni dell’intervento e il mix dell’offerta. Westfield Milano, joint venture tra il gruppo franco-olandese (75%), quotato su Euronext Amsterdam e Parigi, e Stilo Immobiliare del gruppo Percassi (25%) vedrà scendere la dimensione dai 185mila mq inizialmente previsti agli attuali 155mila. Non solo. Cambia la forma del Luxury Village, «più organizzato e fruibile» dice Stephen Wood, direttore dello sviluppo, senz’altro il fiore all’occhiello dell’intervento con i suoi 50 negozi di altagamma. Qui polo di attrazione saranno le Galeries Lafayette, ma voci di mercato dicono che le trattative sono alle battute finali con Gucci e Armani.

Westfield non sarà solo lusso. Sono stati siglati contratti con Oviesse, Coin Excelsior (fascia premium), Inditex, che porterà qui sei dei propri brand, e negli ultimi giorni Esselunga.

Guarda il video / A Milano si rinnovano 4 milioni di mq di aree

Una parte sempre più importante sarà dedicata al food and beverage, le cui unità saliranno da 50 a 80 nella nuova versione del centro. Un trend che percorre il settore ovunque. Nel retail prende piede l’intrattenimento. Per questo gli spazi si modificano e si riduce la superficie del fashion.
«Nelle prossime settimane sottoporremo al Comune di Segrate le varianti del progetto» dice ancora Esguevillas. Comune che nel giro di tre mesi dovrebbe rispondere. Intanto per rispettare la scadenza sono iniziati i lavori nella parte sud dell’area.
Il centro non sarà il più grande in Europa perché nel 2021 sempre Westfield aprirà ad Amburgo “Uberseequartier” da 209mila mq.

Il gruppo con base a Parigi ha un portafoglio di 93 shopping center (55 flagship) in 13 Paesi. Il valore di mercato è distribuito tra la Francia ( il 35%), gli Stati Uniti (24%) e il resto dislocato nei vari Paesi europei, dall’Europa centrale (9%) ai Paesi Bassi (3%). Il valore del portafoglio (Gross market value, che comprende investimenti, asset in costruzione e ampliamenti) vale 65,2 miliardi di euro. Il titolo in Borsa nell’ultimo anno è sceso da 191,7 euro (18 giugno 2018, mese in cui si è conclusa la fusione) agli attuali 136,5 euro circa.

Il gruppo intanto inizia a percorrere nuove strade e a modificare il modello di business allargandosi al residenziale. Come avviene nel progetto di Stratford (Londra) dove arriveranno anche 1.200 appartamenti in un complesso che si può definire mixed-use.

Per quanto riguarda il mercato italiano Nomisma-Cncc hanno appena scattato la fotografia del comparto in Italia che nel 2018 conta 1.254 strutture che generano 71 miliardi di euro di fatturato (il 4% del Pil italiano). Un mondo che si trova di fronte a una svolta epocale. Il cambiamento in atto vede i centri commerciali in trincea ad arginare l’avanzata dell’ecommerce, che in Italia nei prossimi cinque anni dovrebbe crescere dall’attuale 5% degli acquisti totali al 12%.
La sfida è inventare nuovi format che attirino e trattengano il cliente, cliente che ha capito la comodità dell’acquisto dal divano di casa.

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