Storia dell'articolo

Chiudi

Questo articolo è stato pubblicato il 13 marzo 2011 alle ore 14:12.
L'ultima modifica è del 13 marzo 2011 alle ore 17:50.

My24

Le banche americane hanno ripreso a fare robusti utili; sanno di dover ringraziare le autorità statunitensi, e in particolare la Fed, impegnate in una politica interna di Moneta Facile e internazionale di Leva Facile, fatta su misura per Wall Street. Le banche europee, e in particolare le italiane, dovranno affrontare mesi impegnativi e difficili. Per questo sanno di dover maledire una politica europea incapace di far valere una visione più equilibrata e lungimirante sia nella politica monetaria internazionale sia nel disegno dell' imminente Basilea 3.

In questi giorni si è avuto l'ennesima dimostrazione come la politica di Moneta Facile, che la Fed di Bernanke si ostina a proseguire, stia creando sistematiche distorsioni al funzionamento dei mercati, a vantaggio dei soliti noti. Le banche americane stanno producendo utili attraverso arbitraggi di fatto privi di rischio sui titoli di Stato americano. All'uopo viene utilizzata da un lato la liquidità abbondantemente fornita dalla Fed, e dall'altro l'attivismo della stessa Fed sul mercato dei titoli pubblici. Siamo entrati nel quarto anno del periodo della Moneta Facile, e ormai la sua tossicità può essere ignorata solo da chi spera di trarne vantaggio, vale a dire dall'amministrazione Obama e dalle banche americane.
La prima manovra di Moneta Facile fu messa in atto tra il 2008 ed il 2009, con un acquisto complessivo di Buoni del Tesoro per 1.725 miliardi di dollari. L'obiettivo era quello di ridurre i tassi di interesse per stimolare la ripresa della domanda aggregata. La caduta dei tassi di interesse era stata tra i 30 ed i 100 punti base. Ma gli effetti sull'economia reale non erano stati quelli attesi: una produzione di oltre il 6% al di sotto del suo potenziale, una disoccupazione quasi al 10%.

La Fed ha deciso di perseverare: il secondo atto della politica della Moneta Facile è andato in scena nel novembre 2010, con 600 miliardi di dollari di nuovi acquisti di titoli di Stato. La nuova massiccia immissione di liquidità dovrebbe attivare almeno uno dei tre canali che possono far aumentare le decisioni di spesa degli americani: caduta dei rendimenti sui titoli e parallelo aumento dei corsi azionari, aumento del deprezzamento del dollaro, e soprattutto - anche se questo non poteva essere dichiarato - aumento delle aspettative di inflazione.
Se ci si aspetta un aumento dei prezzi, le decisioni di spesa rilevanti vengono anticipate, con un sollievo, ancorché temporaneo e illusorio, della domanda aggregata. Ma alla Fed quello che interessa è il breve periodo, a costo di creare rischi sempre più forti di inflazione, all'interno e all'esterno, che si finge di non vedere o si minimizza. E intanto i profitti delle banche aumentano.

Anche perché l'amministrazione americana è stata molto abile a imporre al resto del mondo un percorso di riforma delle regole finanziarie fatto su misura per le proprie banche. Due erano le priorità: creare mercati per la massa di strumenti finanziari non regolati; ridurre la leva finanziaria. Di concreto non si è fatto nulla su nessuno dei due fronti.
La crisi ha decretato la crisi del modello Basilea 2 perché regolava male. La prevenzione delle crisi sistemiche è fallita perché quel modello consentiva eccessiva discrezionalità nell'assunzione del rischio. Il sistema dei coefficienti patrimoniali non ha potuto impedire che singole banche o interi sistemi finanziari assumessero un rischio eccessivo, attraverso l'eccesso di indebitamento. La politica della Leva Facile è stato il cruciale detonatore della crisi. Ma Basilea 3 è stata molto debole sul punto.
Per cui si è creato un paradosso: le banche che hanno creato la crisi grazie al combinato disposto di Moneta Facile e Leva Facile continuano a fare profitti, e di conseguenza a essere viste di buon occhio dal mercato. Al contrario a essere penalizzati rischiano di essere i sistemi più sani, come quello italiano. In Europa - e meno male - non vi è stata una politica della Moneta Facile. La Bce è ben attenta al rischio inflazione, suo mandato istituzionale. La Leva Facile, anche per l'attenzione della vigilanza, non è divenuta una caratteristica sistemica. Per cui si è apprezzata la robustezza di quei sistemi basati su un'attività bancaria in cui il passivo è rappresentato da raccolta di depositi al dettaglio e l'attivo si concentra sul credito al settore industriale e commerciale.

È un attività che può consentire profitti ragionevoli in un orizzonte di medio lungo periodo. Ora, però, a queste banche si chiede di raccogliere capitali ingenti in tempi brevi, in un mercato internazionale distorto dalla presenza di operatori che hanno profitti maggiori e più rapidi, potendo contare sulla doppia droga della Moneta Facile e della Leva Facile. C'è qualcosa che non funziona.

Shopping24

Dai nostri archivi