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Questo articolo è stato pubblicato il 10 aprile 2011 alle ore 08:14.

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Processo ingolfato, quanto costa al PaeseProcesso ingolfato, quanto costa al Paese

Per fermarlo, l'Udc propone con il Pdl il «legittimo impedimento», che garantisce al premier uno stop di 18 mesi nei suoi processi, fino al varo del Lodo Alfano bis. Che arriva a settembre 2010, ma si arena al Senato. Intanto la Consulta boccia il «legittimo impedimento» e la maggioranza ripesca il «processo breve». Ma il Colle fa muro. Il ddl cambia (niente più ghigliottina dei processi) e viene ribattezzato «processo europeo» ma imbarca, a sorpresa, la «prescrizione breve» per gli incensurati. Il resto è storia recentissima: al Senato il Pdl vota una norma che amplia i poteri della difesa e allunga i tempi del dibattimento (perciò chiamata «processo lungo»), persino nei casi di rito abbreviato.

In questo caos, il 10 marzo il governo vara la riforma costituzionale che separa le carriere, trasforma il pm in un ufficio, affida al Parlamento le priorità dell'azione penale, aumenta la presenza politica nel Csm, fa pagare ai giudici i loro sbagli. Non ridurrà i tempi dei processi, ammette Alfano, ma migliorerà l'efficienza, assicura. Il confronto parlamentare si preannuncia lungo e aspro. Forse non si arriverà nemmeno al traguardo. Ma per Berlusconi è una riforma «epocale» perché «riequilibra i poteri». Negli stessi giorni, una riforma «epocale» della giustizia viene annunciata anche in Guinea, che con l'Italia condivide i piani bassi della classifica mondiale sull'efficienza della giustizia (dati Doing Business Banca mondiale), ma è tre gradini più su. Il presidente Alpha Condé spiega, con parole analoghe a quelle del nostro premier, che la situazione è «intollerabile e insostenibile».

Lui, però, vuole la riforma per rendere «il potere giudiziario, per la prima volta nella storia del Paese, davvero indipendente». E così, mentre in Italia, al grido di «chi sbaglia paga», i giudici vengono spinti alla massima prudenza per difendere il portafoglio e dormire tranquilli, in Guinea, dove la corruzione dilaga e si vuole arginarla, i giudici avranno stipendi più alti per garantirne al massimo l'autonomia e l'indipendenza. Cose dell'altro mondo...

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