Storia dell'articolo

Chiudi

Questo articolo è stato pubblicato il 06 agosto 2011 alle ore 08:15.

My24

Dato che nel 2010 la Grecia aveva un deficit delle partite correnti prossimo al 10% del Pil, sembra necessario un calo dei beni di consumo importati della stessa entità perché il debito esterno del Paese possa stabilizzarsi. Questo implicherebbe tuttavia un'ulteriore contrazione del Pil rilevato, più o meno della stessa percentuale (e un ulteriore considerevole aumento della disoccupazione). Anche l'economia più flessibile al mondo impiegherebbe anni per riconvertire un decimo di tutti i suoi fattori di produzione dalla distribuzione d'importazioni ad attività orientate all'esportazione. Il boom delle importazioni negli Usa è stato più ridotto rispetto alla periferia della Ue, ma la recente correzione al ribasso del Pil Usa può essere vista nella stessa ottica. Il boom delle importazioni crea soltanto un'illusione di forza economica.

Quanto tempo ci vorrà per l'assestamento? Dopo l'unificazione, la Germania ha vissuto un boom delle importazioni e dell'edilizia simile a quello della periferia dell'Ue. Per alcuni anni, le importazioni sono aumentate bruscamente, e nel 1995 si era sviluppato un considerevole deficit della bilancia dei pagamenti. Ci sono voluti dieci anni (fino al 2005 circa) di lenta crescita per ridurre la capacità nell'edilizia e conquistare quote di mercato per l'industria d'esportazione. La Germania non doveva però far fronte a un eccesso d'indebitamento. I mercati finanziari potrebbero non concedere tutto questo tempo alla periferia dell'eurozona. I tre piccoli Stati baltici membri della Ue offrono un modello alternativo: durante il boom del credito avevano sviluppato un deficit della bilancia dei pagamenti pari a oltre il 20% del Pil, e negli ultimi tre anni hanno registrato un calo a due cifre del Pil. Ma avendo un'eccedenza della bilancia dei pagamenti, si sono del tutto assestati e possono far ripartire la crescita, anche se a un ritmo molto più lento rispetto al boom.

C'è qualcosa che si potrebbe fare per accelerare l'assestamento nella periferia dell'eurozona? La ricetta ufficiale è "riforma strutturale". In un periodo di domanda interna debole, tuttavia, le riforme strutturali potrebbero in realtà esacerbare i problemi a breve termine. La liberalizzazione del mercato del lavoro permetterebbe alle imprese del settore nazionale di licenziare più rapidamente gli operai, ma farebbe ben poco per incentivare le aziende orientate all'esportazione a investire di più e creare più posti di lavoro, specialmente quando il sistema bancario nazionale è sotto pressione e non è in grado di offrire nuovo credito. L'ulteriore disoccupazione determinerebbe inoltre un aumento della spesa per l'assistenza sociale, rafforzando così la necessità di tagliare altrove o aumentare le tasse.

I Governi della periferia dell'eurozona, Spagna e Italia comprese, si trovano di fronte a un dilemma: devono avviare riforme strutturali per incrementare la crescita potenziale a lungo termine, ma al prezzo di sofferenze ancora maggiori nel breve periodo. La crisi del debito finirà soltanto quando avranno dimostrato di aver capito questo concetto e di aver accettato gli inevitabili sacrifici.
(Traduzione di Lidia Filippone)
© PROJECT SYNDICATE, 2011

Shopping24

Dai nostri archivi