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Questo articolo è stato pubblicato il 21 agosto 2011 alle ore 14:08.
L'ultima modifica è del 22 agosto 2011 alle ore 09:22.

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L'orgoglio di essere italiano - Un soggiorno che cambia la vita (Illustrazione di Carlo Giambarresi)L'orgoglio di essere italiano - Un soggiorno che cambia la vita (Illustrazione di Carlo Giambarresi)

Per me lo schiaffo aveva un nome solo: Giacomo Leopardi. Neppure lui? Un po' dei Canti, una sbirciata alle Operette morali, solo quel tanto che basta per farsene una prima idea? No. Nemmeno i più colti l'avevano mai preso in mano. Qualcuno commentava, per sentito dire: «Oui, votre Alfred de Vigny», non diversamente da come i francesi possono dire di Bernanos, senza la più piccola ironia, «notre Dostoevskij». Non era vero niente: Leopardi non era il nostro Alfred de Vigny. E che qualche oscuro critico francese avesse proposto il paragone centocinquant'anni fa non era un buon motivo per ripeterlo. Con Alfred de Vigny Leopardi non ci azzecca niente! E giù a discettare della sua importanza filosofica, di quanto lo amassero Nietzsche e Schopenhauer. Come mi accaloravo, con l'estremismo dei vent'anni! E che rompiscatole! A quasi due decenni di distanza, in difesa delle mie tirate di allora non mi resta che invocare l'anagrafe.

La difficoltà con cui i nostri autori più grandi riescono a penetrare all'estero ha smesso da tempo di sorprendermi. All'epoca ricordo di aver vissuto l'assenza di curiosità dei francesi per la nostra produzione letteraria più recente come un affronto personale. E che oggi la Francia sconti nel mondo anglosassone un disinteresse non molto diverso non è per me motivo di consolazione.
Ahi, serva Italia... Non saprei definire la mia risposta di allora altrimenti che "nazionalistica". A tanta più disattenzione (altrui) ho cominciato a opporre tanto più orgoglio (mio): rivivendo in piccolo quel ciclo di umiliazioni e riscosse che in Italia ha fondato il discorso patriottico ottocentesco. A poco a poco, questo nuovo sentimento di italianità ha finito anzi per cambiare la mia vita. Ero partito per Parigi piuttosto incerto sul mio avvenire e sono tornato a casa deciso più che mai a studiare i nostri autori: per reazione. Basta Laclos. Basta Flaubert. Basta Stendhal. L'Italia, l'Italia letteraria, andava difesa con la penna! La mia personalissima disfida di Barletta.

Già a quei tempi scrivevo narrativa e mi ripetevo che un giorno avrei fatto il romanziere, ma non era scontato che fosse la letteratura italiana a darmi il pane, diventando anche la mia professione. Invece, di ritorno dalla Francia ho deciso di "arruolarmi" per i nostri autori: anche per dare il mio piccolo contributo affinché all'Italia fosse riconosciuto il ruolo che le spetta nella cultura della modernità. Sono diventato un italianista: a mio modo, un deamicisiano "piccolo scrivano fiorentino". Nella scalcagnatissima università italiana.

BUON LICEO, POCA RICERCA

ORGOGLIO
1. La Resistenza
2. Il ridotto nazionalismo
3. La buona cucina
4. L'italica maestria nel superare le emergenze
5. Il liceo classico (la migliore scuola superiore del mondo)

VERGOGNA
1. Silvio Berlusconi
2. La tipica esterofilia dei provinciali
3. La criminalità organizzata
4. L'incapacità di affrontare i problemi se non di fronte a un'emergenza
5. Gli scarsi investimenti per cultura e ricerca

CORREVA L'ANNO
1994

26 gennaio
La discesa in campo di Berlusconi

Silvio Berlusconi, 58 anni, annuncia con un messaggio video la sua candidatura alla testa di un movimento politico, Forza Italia, lanciato nell'ottobre del '93. Vince le elezioni politiche di fine marzo (e pure le europee di giugno) e dà vita al primo Governo Berlusconi. Formato da rappresentanti di Fi, An, Lega Nord, Udc e Ccd, resterà in carica fino al gennaio 1995.

20 marzo
Muore Ilaria Alpi

In Somalia, a Mogadiscio, sono uccisi la giornalista del Tg3 Ilaria Alpi e il cameraman Miran Hrovatin in un agguato. A fine gennaio avevano perso la vita altri protagonisti del giornalismo italiano: in Bosnia-Erzegovina, a Mostar, Marco Luchetta, Alessandro Ota e Dario D'Angelo, collaboratori della Rai, sono stati uccisi da una granata.

10 maggio
In Sudafrica il primo presidente nero

Nelson Mandela, allora 76enne, viene eletto presidente del Sudafrica. Dopo mezzo secolo di apartheid, il Paese sceglie un leader nero. Mandela, guida dell'Anc, è stato in prigione per 49 anni. Durante la reclusione, ha rifiutato un'offerta di libertà condizionata in cambio di una sua rinuncia alla lotta armata. Mandela ha vinto il Nobel per la pace nel 1993.

17 luglio
I rigori negano il Mondiale all'Italia

Al Rose Bowl di Pasadena, negli Usa, il Brasile contende agli azzurri di Arrigo Sacchi il titolo di campione del mondo di calcio. Dopo uno scialbo 0-0 nei tempi supplementari, l'Italia perde la gara per 3-2. Fatale il rigore tirato alle stelle da Roberto Baggio. Il Brasile "tetracampeão" dedica il successo ad Ayrton Senna, morto a Imola il 1º maggio 1994.

11 dicembre
Inizia l'intervento russo in Cecenia

Il presidente della Federazione russa, Boris Eltsin, invia 40mila soldati nella repubblica per impedirne la secessione: inizia la prima guerra cecena. Le truppe russe mal equipaggiate e poco motivate subiscono molte sconfitte e riescono a prendere il controllo della capitale Groznyj solo nel 1995. A fine agosto 1996 Eltsin si accorda con i leader ceceni per il cessate il fuoco.

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