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Questo articolo è stato pubblicato il 15 ottobre 2011 alle ore 08:14.

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L'accordo tecnico per Sigonella verrà firmato il 6 aprile 2006, tre giorni prima delle elezioni politiche che sanzioneranno la sconfitta di Berlusconi e porteranno Romano Prodi a Palazzo Chigi. Con Massimo D'Alema al ministero degli Esteri.
Ma le preoccupazioni degli americani si riveleranno esagerate. Il 13 giugno 2006 l'allora ambasciatore Ronald Spogli ha un tête-à-tête di un'ora e mezzo con il nuovo ministro degli Esteri. Ecco cosa riporta a Washington: «D'Alema ha detto che l'Italia può fare - e farà - di più in Afghanistan e, sotto la copertura della Nato e con le dovute predisposizioni di sicurezza, è disposta a fare di più in Iraq… D'Alema non vuole essere percepito come il Governo Zapatero… Mi ha detto di considerarsi "uno dei buoni" rispetto ad altri importanti colleghi europei… e di voler essere percepito come "uno che fa di più delle sue controparti europee"… Ha spiegato che, prima della sua visita in Iraq, il ministro degli Esteri tedesco gli ha detto che era "pazzo ad andare perché l'Iraq era perso". D'Alema, invece, vuole rafforzare il coinvolgimento italiano, anche se su base civile… e ha detto che l'Italia è incline ad aumentare la sua presenza».
Agli americani la migliore e più concreta prova di amicizia di D'Alema e del Governo Prodi arriverà il primo aprile 2008, dodici giorni prima delle nuove elezioni politiche: con una nota firmata dal generale Pasquale Preziosa, il ministero della Difesa comunica all'ambasciata che Roma ha approvato lo stazionamento dei nuovi velivoli senza pilota Global Hawk a Sigonella.
La nota arriva con una sola richiesta: di non rendere pubblica la notizia fino a dopo le elezioni politiche del successivo 13 aprile.
cgatti@il sole24ore.us
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La mappa e il patto
Sul territorio. La presenza in Italia delle basi Nato e Usa. Alcune sedi hanno la doppia appartenenza. La base della Maddalena è stata chiusa nel 2008. Quelle interessate al Trattato bilaterale del 1954 sono sei: Aviano, Camp Derby (Livorno), Gaeta, Sigonella, Napoli e Vicenza.
I MILITARI E L'ACCORDO

La presenza americana in Italia
A permettere e regolare la presenza dei militari americani sul suolo italiano è un trattato bilaterale, il Bia (Bilateral infrastructure agreement), stipulato dal Governo di Mario Scelba il 20 ottobre 1954 e firmato dall'allora ministro Giuseppe Pella e dall'ambasciatore Usa Clare Booth Luce. Il Bia stabilisce le condizioni di utilizzo delle basi, ma il suo testo è sempre stato mantenuto segreto. Nelle basi americane in Italia operano tra i 13 e i 20mila militari Usa: Vicenza, Aviano (Pordenone), Sigonella (Siracusa), Napoli, Gaeta (Latina) e Camp Darby (Livorno).
La segretezza del trattato
Il secondo articolo dell'accordo giustifica la segretezza. Sono le righe che governano l'uso delle basi da parte delle forze Usa: «Il Governo degli Stati Uniti si impegna a usare le strutture previste dall'accordo nello spirito e nel quadro della collaborazione Nato. Il Governo degli Stati Uniti si impegna a utilizzare le istallazioni solo a seguito di disposizioni Nato o con il beneplacito del Governo italiano». Ciò significa - spiega l'ambasciata - che gli Usa hanno ritenuto che le sue forze possono essere usate in operazioni non-Nato (come l'Iraq o le missioni umanitarie in Africa) fin tanto che il Governo italiano dà il proprio assenso.

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