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Questo articolo è stato pubblicato il 21 dicembre 2011 alle ore 07:43.
L'ultima modifica è del 21 dicembre 2011 alle ore 06:39.

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Gli sprechi e le inefficienze ci sono anche qui. A partire dai costi della politica. Colpisce che l'assemblea regionale marchigiana abbia 43 componenti a fronte di 1,6 milione di abitanti. Un numero sproporzionato se lo si paragona con l'Emilia Romagna, 50 consiglieri per una popolazione di oltre 4,5 milioni. Nei cassetti del consiglio regionale giacciono tre proposte di legge per ridurre i consiglieri da 43 a 30.

Ma stranamente il loro esame viene rinviato di mese in mese. Il consigliere di opposizione Giancarlo D'Anna, un ex An che da qualche mese ha abbandonato pure il Pdl per accasarsi in un gruppo misto di quattro componenti – Azione Marche – cui fanno parte tutti transfughi del Centro-destra della Lega Nord, ha proposto l'abolizione dei vitalizi per i consiglieri a partire da questa legislatura. Neppure il tempo di dirlo che è stato eretto un muro invalicabile di no.
Negli ultimi mesi parecchi consiglieri sembrano concentrati nello smarcamento dai partiti di origine. Persino il presidente del consiglio regionale, Vittoriano Solazzi, ha comunicato di essere uscito dal gruppo del Pd (ma non dal partito) per approdare al gruppo "Gian Mario Spacca presidente". Spacca e Solazzi sono due cattolici ed ex democristiani che con ogni probabilità si preparano al ricongiungimento con l'area centrista.

Nulla di male, solo che le divisioni tra i cattolici del Pd e l'area diessina ed ex comunista qualche problema lo creano. Come se non bastasse lo scontro all'interno degli ex comunisti. Il Pd regionale – guidato dall'ex senatore e presidente della Provincia di Pesaro Urbino Palmiro Ucchielli, una rassomiglianza impressionante con Lenin – combatte a spada tratta contro l'abolizione delle Province. Forse perché Ucchielli ai suoi tanti incarichi politici ha sommato pure due mandati alla guida della Provincia di Pesaro-Urbino. Si discute animatamente su tutto, in primis sulla rete ospedaliera, alla vigilia di una riorganizzazione che dovrebbe riconvertire 13 ospedali su 31. Il piano sanitario 2012-2014 prevede cinquecento posti letto in meno per acuti e altrettanti per lungodegenti e cronici. Una tendenza che accomuna tutte le regioni in cui è previsto un progressivo invecchiamento della popolazione.

Le divisioni tra i due pezzi della maggioranza fanno il paio con quelle tra le diverse aree geografiche. C'è una questione meridionale anche all'interno delle Marche. E c'è una questione infrastrutturale che separa il Nord e il Sud. Con riflessi inevitabili sul senso di isolamento di una regione lontana da tutto e da tutti. Inevitabile che le tensioni esplodano sui temi quotidiani apparentemente lontani dalle grandi questioni strategiche, sanità in primis.
Spacca e l'assessore alla Sanità Almerino Mezzolani, pure lui come Ucchielli un ex dirigente del Pci, hanno fatto l'errore di accelerare la nascita del Cup, il Centro unico di prenotazione sorto presso l'ospedale San Salvatore di Ancona. Una gara da 11 milioni di euro, vinta da un'Associazione temporanea di impresa di cui fa parte Italcappa, una coop di Pesaro che tra i suoi dipendenti vanta il figlio dell'assessore. Fin qui ordinaria amministrazione.

L'avvio del call center, però, è stato quanto meno travagliato: per giorni le operatrici non sono riuscite a tenere testa alle telefonate mentre la cooperativa di Capodarco, arrivata seconda nella gara, impugnava davanti al Tar l'aggiudicazione dell'appalto. Ottenuta la sospensiva, Capodarco ha ritirato il ricorso. «Forse hanno trovato un accordo», chiosa il consigliere regionale D'Anna.
Per un tormentone che si affievolisce ce ne sono molti altri che montano. Gli scontri, non solo verbali, per esempio, tra l'assessore Mezzolani e il direttore generale della Sanità Carmine Ruta, un manager milanese molto vicino all'ex ministro alla Salute Ferruccio Fazio, che fa esplicito riferimento al governatore Spacca. I tempi impongono sintesi nuove e un superamento delle contrapposizioni. Dice Antonio Canzian, assessore ai Lavori pubblici del Pd della giunta Spacca: «Il Pd ha bisogno di una nuova classe dirigente».

Le Marche, qui lo ripetono tutti, sono in una specie di cono d'ombra. Non sempre per responsabilità proprie. Marcolini lo dice a chiare lettere: «La seconda Regione manifatturiera d'Italia dopo la Lombardia potrebbe trarre grande giovamento dalla politica industriale, se questo Paese ne avesse una». Ma le preoccupazioni dell'assessore sono legate ai tagli previsti per la Sanità nel 2013 e 2014: «Ci arriveranno 200 milioni in meno. È come se mancasse all'appello il 10% del bilancio regionale. Se a questo aggiungiamo l'azzeramento del fondo unico per le attività produttive, il conto è presto fatto». Canzian fotografa la realtà di tutti i giorni: «Tutti chiedono e allo stesso tempo nessuno sembra disposto a rinunciare a qualcosa. Per salvare la sanità siamo stati costretti a sottrarre risorse anche al fondo per le attività sociali. Un punto limite oltre il quale non si può andare».

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