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Questo articolo è stato pubblicato il 24 dicembre 2011 alle ore 09:37.
L'ultima modifica è del 24 dicembre 2011 alle ore 08:13.

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Ho compreso dall'articolo di Luigi Zingales e Salvatore Modica pubblicato sul Sole 24 Ore del 22 dicembre che il cambio di passo proposto dal Governo nell'azione per lo sviluppo del Sud è destinato ad avere consensi. Ma il confronto dovrà essere più affilato.

La relazione alle Commissioni Bilancio di Camera e Senato nella quale ho illustrato i primi indirizzi per lo sviluppo del Sud (si veda http://www.dps.tesoro.it) fissa l'obiettivo dell'azione di Governo per lo sviluppo del Sud nella promozione della «quantità e qualità dei servizi pubblici fondamentali tenendo in adeguato conto le esigenze e le caratteristiche dei diversi territori». Individua le due priorità proposte da Zingales e Modica: miglioramento delle competenze dei giovani studenti e contrasto della dispersione scolastica, considerando «modalità particolari di selezione, reclutamento e remunerazione degli insegnanti»; riduzione dei «divari nei tempi della giustizia civile», con «attenzione all'organizzazione».

È evidente, come scrisse l'allora governatore della Banca d'Italia Mario Draghi, che «le politiche regionali possono integrare le risorse disponibili (...) ma non possono sostituire il buon funzionamento delle istituzioni ordinarie». E che le politiche generali e le istituzioni ordinarie vanno declinate a misura dei territori. Sulla base di queste premesse, l'azione di sviluppo nel Sud è indirizzata a un miglior uso delle risorse aggiuntive (comunitarie e non), per creare i prototipi di un più efficace modo di produrre servizi collettivi e per fare da leva a un miglior impiego delle risorse pubbliche ordinarie.
Poiché il diavolo è nei dettagli, è necessario che dall'enunciazione dei principi si passi al fare. Il Governo ha messo in agenda questi obiettivi. Si tratta di confrontarsi sul modo in cui realizzarli. È un invito a discutere i punti del Piano di Azione Coesione, per esempio dove sulla scuola enuncia sei «risultati attesi» e le azioni con cui conseguirli.

Fra cui «migliorare la qualità delle strutture scolastiche attraverso un forte ricorso alle nuove tecnologie»; ovvero «innalzare il livello di conoscenze e competenze con attenzione agli studenti delle scuole che hanno conseguito risultati molto bassi nelle indagini nazionali e internazionali», attraverso l'integrazione dell'offerta formativa e la valorizzazione della professionalità dei docenti, nonché attraverso la «creazione di team di supporto che sosterranno la crescita professionale, l'azione efficace e la riflessione dei docenti».
L'agenda per lo sviluppo del Sud del Governo non si esaurisce nelle priorità riprese da Zingales e Modica. Vi sono altre tre priorità sulle quali concentrare l'azione, come enunciato nelle azioni dei primi giorni.

NeI primo luogo, la mobilità su ferro. Il piano di azione che assieme al ministro Corrado Passera abbiamo chiuso con le Regioni non è una lista di sussidi o di lavori pubblici. È una strategia di miglioramento dei tempi e della sicurezza del trasporto ferroviario nel Sud, con risorse pubbliche aggiuntive e ordinarie, che i cittadini di quest'area hanno il diritto e il dovere di pretendere. Una strategia che si completa con l'impulso alla concorrenza e alla qualità dei servizi di trasporto impresso dall'approvazione definitiva in Senato del decreto del 6 dicembre (con particolare riferimento all'art.37), e con il presidio contro ogni intrusione criminale.

In secondo luogo, si tratta di concentrare le risorse su alcuni servizi sociali, indispensabile requisito di cittadinanza, e particolarmente importante quando i cittadini sono chiamati a sostenere inevitabili e pesanti sacrifici nei redditi. Massima attenzione sarà prestata ai servizi per la cura per gli anziani - solo il 2,3% degli anziani del Sud beneficia di assistenza domiciliare integrata, contro 4,9% nel Centronord - e per la prima infanzia - la quota dei bambini sotto i tre anni presa in carico da tali servizi è solo del 5% nel Sud contro 17,9% nel Centronord.
tIn terzo luogo, si farà perno sulle città, come centro di innovazione e rilancio della produttività, trainato dalle tecnologie digitali, e come luogo di risposta alla domanda di inclusione sociale attraverso spazi pubblici. È quanto il Governo sta perseguendo grazie all'impulso del ministro Francesco Profumo.

Assieme a interventi organizzativi per ridurre tempi e incertezze delle procedure che scoraggiano gli investimenti delle imprese, questa azione innovativa potrà essere il volano per espandere una base industriale di cui il Sud ha bisogno se vuole partecipare ai processi di globalizzazione.
Tutto ciò il Governo intende fare con il metodo della coesione: «Il metodo del confronto, fra tutti i soggetti, interni ed esterni al territorio (...) la costruzione di coalizioni orizzontali (fra Comuni, sistemi di imprese, cittadini organizzati) e verticali (fra livelli di Governo)». Un metodo avviato attraverso accordi con le Regioni, un tavolo tecnico con l'Anci e il rilancio del dialogo con le parti economiche e sociali.
Fabrizio Barca è ministro per la Coesione territoriale

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