Storia dell'articolo
Chiudi

Questo articolo è stato pubblicato il 25 luglio 2012 alle ore 07:56.

My24

La magistratura italiana sembra non aver compreso l'importanza del materiale sequestrato dalle autorità parigine. Le liste dei presunti evasori fiscali finora arrivate anche in Italia rappresentano meno dell'1% del materiale che è stato trasferito in quel pc. E il restante 99%? Sono dati, cifre, nomi, transazioni, società, trust, fondazioni, flussi di denaro, conti cifrati e conti dormienti, molti dei quali si muovono a zig zag tra i più opachi paradisi fiscali mondiali.

Nel pc ci sono anche centinaia di migliaia di "visiting report", i rapporti che i gestori della Hsbc redigevano dopo aver incontrato i clienti della banca. Solo per quanto riguarda i correntisti italiani, nel pc sono immagazzinati più di 60mila "visiting report", molti dei quali potrebbero fornire interessanti spunti di indagine per le procure italiane e per l'Agenzia delle Entrate, che ha costituito al suo interno una struttura di intelligence dedicata alla lotta all'evasione internazionale. Da questi documenti trapelano infatti, talvolta, operazioni e comportamenti che potrebbero celare reati fiscali e penali. Resta un mistero il motivo per cui i magistrati italiani abbiano deciso di ignorare questa enorme mole di materiale.

Da quando il suo pc è stato sequestrato, Falciani ha iniziato a collaborare, formalmente e informalmente, con le autorità fiscali e giudiziarie di decine di Paesi, dall'Italia alla Francia, dalla Spagna agli Stati Uniti. Il 1° giugno l'ingegnere informatico ha testimoniato a Parigi davanti a rappresentanti del Dipartimento della Giustizia americano, venti giorni prima che la commissione d'inchiesta del Senato Usa diffondesse il rapporto sulle sospette operazioni di riciclaggio avvenute tramite i canali della Hsbc. Eppure, sostiene Falciani, «nessuno mi protegge». Resta la domanda: perché nessuna autorità si è finora mobilitata pienamente per difendere la vita dell'ingegnere informatico, che è cittadino italiano e francese?

Il quadro che emerge dalle notizie che fin qui sono note sulla Hsbc (a cominciare dall'inchiesta americana) evidenziano come nei circuiti della banca – molto spesso off shore – si mescolassero operazioni di tutti i tipi: da quelle lecite a quelle illecite. Entrambe utilizzavano gli stessi identici canali, quelli dei paradisi fiscali.
Le liste dei presunti evasori fiscali che hanno depositato i propri soldi a Montecarlo e in Lussemburgo conterrebbero nomi di grande rilevanza del mondo politico e finanziario italiano e internazionale. Uno dei correntisti presso la sede di Ginevra era il banchiere spagnolo dell'Opus Dei, Emilio Botin, presidente del Banco Santander. Ma nei forzieri della Hsbc avrebbero depositato ingenti quatità di denaro anche personaggi italiani vicini, o fino a poco tempo fa vicini, al Vaticano. I milioni di euro recuperati dalle autorità fiscali di alcuni paesi, tra i quali l'Italia, sono probabilmente una minuscola fetta dei fondi che potrebbero essere restituiti al fisco se quel 99% di informazioni contenute nel pc sequestrato a Falciani arrivasse anche in Italia. Ma di quei segreti sembra che nessuno voglia saperne nulla.

Shopping24

Dai nostri archivi