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Questo articolo è stato pubblicato il 10 agosto 2012 alle ore 06:39.

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c) operazioni one-off: convenzioni fiscali con la Svizzera, sul modello di quelle già stipulate con il paese elvetico da Germania e Inghilterra, per un totale di 30-40 miliardi subito (circa 2 punti di Pil) e ulteriori 5-7 miliardi negli anni successivi (già considerati sub a).
Il tutto al fine di ridurre, nello stesso arco temporale, la pressione fiscale di un punto percentuale all'anno (dal 45% attuale al 40% in 5 anni), rilanciare gli investimenti, soprattutto facendo ricorso al project financing, alla partnership pubblico privata e al finanziamento del credito agevolato con effetti leva di 5 volte l'apporto pubblico annuo, riportando così il Paese su un sentiero strutturale di crescita. Con conseguente aumento della credibilità dell'Italia sui mercati e ritorno degli spread ai livelli fisiologici (150-200 punti base).
La destinazione delle risorse derivanti dall'operazione di abbattimento del debito saranno destinate in maniera mirata:
- per la quota one-off (30-40 miliardi dalle convenzioni fiscali con la Svizzera) allo stimolo immediato degli investimenti su due o tre anni;
- per la quota strutturale (35-40 miliardi annui dal tendenziale dimezzamento del servizio del debito) alla progressiva riduzione della pressione fiscale dal 45% attuale al 40% in 5 anni, di un punto percentuale l'anno, nonché al cofinanziamento degli investimenti.
Aumenta in tal modo il reddito disponibile delle famiglie, la domanda interna e riparte la crescita, con relativa nuova occupazione. Tutto questo consentirà all'Italia di rispettare pienamente gli impegni in tema di pareggio di bilancio (al 2013), di anticipare virtuosamente i vincoli del Fiscal Compact e di tornare, quindi, credibile da subito sui mercati internazionali.
Riduzione del rapporto debito/Pil
Fermo restando che approcci basati su imposte patrimoniali sarebbero illusori e pericolosi perché le imposte patrimoniali deprimono il valore della ricchezza, con potenziali overshoot, e perché affossare il valore della ricchezza impoverirebbe l'Italia e la farebbe preda dei fondi "avvoltoio" internazionali, per la realizzazione del punto a) si prevede, per un importo totale di 215-235 miliardi di euro, quanto nel seguito illustrato.
Individuazione di una porzione di beni patrimoniali e diritti dello Stato, a livello centrale e periferico, disponibili e non strategici.
Vendita di tali beni a una società di diritto privato di nuova costituzione partecipata principalmente da banche, assicurazioni, fondazioni bancarie ed altri soggetti finanziari ed avente un capitale sociale rilevante.
Contestualmente all'acquisto, la società individua dei "lotti" di beni e diritti, di circa 25 miliardi l'uno, composti in modo da creare un'appetibilità pressappoco eguale per tutti i lotti.

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