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Questo articolo è stato pubblicato il 19 ottobre 2012 alle ore 07:06.
L'ultima modifica è del 19 ottobre 2012 alle ore 08:46.

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In un sistema complesso la dinamica della rete delle relazioni è cruciale per capire le sue proprietà di stabilità e la sua capacità di recupero dopo uno shock. Per esempio analizzando le relazioni di credito tra istituzioni finanziarie si scopre come non si possa permettere il fallimento di alcuni intermediari, perché troppo esposti o troppo connessi con gli altri.

La diversità "ecologica" degli investitori, infine, e l'esistenza di più "specie finanziarie" assicurano l'efficienza informativa dei mercati e rappresentano un argine all'instaurarsi di pericolose sincronizzazioni tra strategie che potrebbero portare il sistema fatalmente lontano dall'equilibrio. Ad esempio, la progressiva automazione dell'attività di trading sta modificando radicalmente l'ecologia dei mercati. Specialmente negli Stati Uniti, dove l'investimento in azioni è tradizionalmente più diffuso, ciò sta accelerando l'esodo degli investitori individuali dai mercati azionari. I piccoli risparmiatori sono sempre più spaventati e consapevoli di non poter competere con istituzioni e mercati che investono 300 milioni di dollari per posare un cavo transoceanico che riduce di 5 milionesimi di secondo il tempo necessario a trasmettere un ordine da Londra a New York.

Tutto ciò sta riducendo la biodiversità degli investitori e rendendo più fragile un mercato dove algoritmi simili hanno le stesse reazioni in situazioni di stress, come in parte osservato subito prima del Flash Crash quando i traders ad alta frequenza ritirarono liquidità dal mercato nel momento in cui era più necessaria. Secondo alcuni dobbiamo rassegnarci a un futuro in cui la finanza diverrà un mondo di algoritmi che processeranno l'informazione e prenderanno decisioni a velocità per noi irraggiungibili.

Altri invocano invece interventi che rallentino il processo di formazione del prezzo, rendendo la competizione tra i diversi agenti più equa e controbilanciando l'instaurarsi di asimmetrie tecnologiche che oggi possono essere persino più profittevoli di quelle informative. È indispensabile comprendere meglio questi fenomeni e adeguare la regolamentazione dei mercati, insomma occorre un ruolo attivo della politica.

Certamente dovremo smettere di considerare le instabilità come anomale e abituarci a convivere con esse e a controbilanciarle dinamicamente. E forse potremo consolarci con le parole di Montale: «Un imprevisto è la sola speranza. Ma dicono ch'è una stoltezza dirselo».

Fabrizio Lillo è docente di Matematica finanziaria alla Scuola Normale superiore di Pisa
Stefano Marmi è docente di Sistemi dinamici alla Scuola Normale superiore di Pisa


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