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Questo articolo è stato pubblicato il 24 febbraio 2014 alle ore 06:45.

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Marco Ciatti
Soprintendente dell'Opificio delle pietre dure
I fondi post-terremoto in Abruzzo
In relazione all'articolo "L'arte di non riuscire a spendere" va precisato che – in seguito all'ordinanza del presidente del Consiglio dei ministri 4013 del 2012, che ha segnato la conclusione della fase emergenziale post-sisma, le risorse che la Direzione regionale dei beni culturali dell'Abruzzo è chiamata a gestire sono quasi decuplicate. Il solo finanziamento Cipe 2013 ammonta a 70,5 milioni di euro, accreditato con un primo versamento ad aprile 2013 e con un secondo (di 15 milioni) lo scorso novembre. Solo con l'accreditamento di questi fondi non ordinari in cassa si sono potute confermare le complesse procedure tecniche e amministrative per far partire i cantieri di restauro, che hanno mediamente durata pluriennale e, quindi, le cifre già impegnate saranno liquidate per il loro valore complessivo solo a conclusione dei vari lavori. Va infine considerato che i tempi medi di pagamento del nostro ufficio sono di 15 giorni ed è per questa ragione che del saldo iniziale al 1° gennaio 2013 (pari a circa 25 milioni) sono usciti al 31 dicembre 2013 circa 22 milioni, ovvero l'88%, al netto delle entrate – per lo più straordinarie – di circa 44 milioni.
Fabrizio Magani
Direttore regionale
Soldi soltanto virtuali
Dall'articolo "L'arte di non riuscire a spendere" risulta che l'Istituto centrale per la demoetnoantropologia (Idea) avrebbe, a fine 2013, circa 569mila euro non spesi. Mi piacerebbe poter confermare, ma a quella data la cassa era appena di 246mila euro. La differenza nasce dal complesso e lento meccanismo dei trasferimenti e degli accreditamenti delle risorse finanziarie, oltre alla giustamente ferrea disciplina di spesa degli appalti pubblici. Mi spiego: i lavori pubblici non possono essere affidati se non quando si ha l'effettiva disponibilità di cassa. Se i finanziamenti - già deliberati dal ministero a favore di soprintendenze e istituti - non giungono concretamente in periferia, la procedura di spesa e di gara non può partire, ma nel bilancio e nella contabilità di quegli istituti quel denaro comparirà, come già ottenuto e non speso: è la competenza di cassa. Denaro virtuale. Se si considera che una soprintendenza o istituto ha tempo fino al dicembre successivo all'anno di assegnazione per spendere quei soldi prima che vengano ripresi, ben si capisce quanto sia essenziale che i processi di decisione, assegnazione e trasferimento siano rapidi. Nel nostro caso non abbiamo ancora ricevuto le risorse per i lavori pubblici 2013, 150mila euro approvati a settembre 2013. Dei due anni di tempo utili alla procedura di affido, restano ormai 10 mesi: denari che rischiano di essere perituri, ma che sono già computati nel bilancio. Un ultimo dato: per le spese di funzionamento a fine novembre abbiamo ricevuto, a fronte di una necessità di circa 200mila euro, circa 40mila euro.
Maura Picciau
Direttrice dell'Istituto centrale per la demoetnoantropologia e del Museo nazionale
per le arti e le tradizioni popolari
Roma

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