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Questo articolo è stato pubblicato il 07 settembre 2014 alle ore 09:14.
L'ultima modifica è del 07 settembre 2014 alle ore 09:04.

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Per gettare le basi di un futuro fondato su idee e inventiva, aziende e governi dovrebbero riflettere su come sono nati i prodotti e i metodi rivoluzionari di alcune delle economie più innovative della Storia: nel Regno Unito e negli Usa già negli anni Venti dell'Ottocento, e in Germania e Francia nel Novecento. In quelle economie, l'innovazione non era stimolata dal progresso scientifico globale ma dal dinamismo della gente, dal desiderio e dalla capacità e libertà di creare, lasciando che il settore finanziario la distogliesse da attività non promettenti.

Il fatto che le idee innovative siano nate soprattutto dal dinamismo della gente smentisce la conclusione secondo la quale tutte le economie hanno bisogno di un'istruzione incentrata sulle discipline scientifiche. Anche se questo tipo di orientamento educativo potrebbe andare a vantaggio di alcune economie, gran parte dei Paesi più avanzati ha già una capacità sufficiente in questi campi per poter applicare le tecnologie straniere e costruire le proprie.

Ciò di cui le economie hanno veramente bisogno è un'iniezione di dinamismo. Il problema è che, storicamente, le economie più innovative hanno perso molto del dinamismo che avevano, benché siano rimaste competitive sul fronte dei social media e di alcuni settori high-tech. E altre, come per esempio quella spagnola e olandese, non sono mai state particolarmente dinamiche. Nel frattempo, le economie emergenti che dovrebbero colmare il divario - la Cina in particolare - non hanno ancora i livelli di innovazione necessari a controbilanciare i vantaggi sempre più irrisori del trasferimento di tecnologia.
In altre parole, le economie oggi mancano di spirito di innovazione. I mercati del lavoro non hanno solo bisogno di maggiori competenze tecniche, ma richiedono sempre più "soft skills" come la capacità di pensare in modo fantasioso, di elaborare soluzioni creative per risolvere problemi complessi, di adattarsi a circostanze mutevoli e a vincoli nuovi.
È questo che l'istruzione deve trasmettere ai giovani. Gli studenti, in particolare, devono avvicinarsi e imparare ad apprezzare i valori moderni legati all'individualismo che sono emersi verso la fine del Rinascimento e hanno continuato a essere trainanti fino all'inizio del Novecento. Questi valori possono rinvigorire le economie di oggi esattamente come hanno alimentato il dinamismo in passato.

Un primo passo necessario è quello di reintrodurre le materie umanistiche al liceo e nei corsi di studio universitari. Studiare letteratura, filosofia e storia sarà d'ispirazione ai giovani che aspirano a una vita ricca, una vita che permetta loro di offrire dei contributi creativi, innovativi alla società. Studiare il "canone" sarà più importante che impartire a questi giovani una serie di competenze strettamente specifiche, plasmerà le loro percezioni, ambizioni e capacità in modi nuovi e corroboranti. Nel mio libro intitolato Mass Flourishing cito alcune figure chiave che incarnano e ispirano i valori moderni.
L'ascesa del mondo moderno è stata segnata dalle discipline umanistiche. Tutti i Paesi del mondo possono sfruttarle per sviluppare o risollevare le economie che hanno guidato quell'ascesa, aiutando le persone a condurre vite più produttive e appaganti.
(Traduzione di Francesca Novajra)
© Project Syndicate, 2014

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