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Questo articolo è stato pubblicato il 10 ottobre 2014 alle ore 06:39.
L'ultima modifica è del 10 ottobre 2014 alle ore 08:20.

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In pagina proponiamo, per gentile concessione della casa editrice Guanda,
il primo capitolo del libro «Dora Bruder» di Patrick Modiano.

Otto anni fa, su un vecchio numero di «Paris-Soir» del 31 dicembre 1941 mi sono soffermato sulla rubrica di terza pagina: Da ieri a oggi. Nelle ultime righe, ho letto:
«PARIGI
Si cerca una ragazza di 15 anni, Dora Bruder, m 1,55, volto ovale, occhi castano-grigi, cappotto sportivo grigio, pullover bordeaux, gonna e cappello blu marina, scarpe sportive color marrone. Inviare eventuali informazioni ai coniugi Bruder, boulevard Ornano 41, Parigi».

Il quartiere di boulevard Ornano, lo conosco da molto tempo. Quand'ero bambino, accompagnavo mia madre al mercato delle pulci di Saint-Ouen. Scendevamo dall'autobus alla Porta di Clignancourt e a volte di fronte al municipio del 18º Arrondissement. Era sempre di sabato o domenica pomeriggio.

In inverno, sul marciapiede del viale lungo la caserma Clignancourt, nella marea di passanti, c'era, con la macchina a treppiede, il grasso fotografo dal naso bitorzoluto e dagli occhiali rotondi che proponeva una « foto ricordo ». D'estate si metteva sulla piattaforma di tavole di Deauville, davanti al bar Soleil. Lì trovava qualche cliente. Alla Porta di Clignancourt, però, pareva che i passanti non volessero farsi fotografare. L'uomo indossava un vecchio soprabito e aveva una scarpa bucata.

Ricordo il boulevard Barbès e il boulevard Ornano deserti, un'assolata domenica pomeriggio del maggio 1958. A ogni incrocio, gruppi di militari, a causa dei fatti d'Algeria.
Ero in quel quartiere nell'inverno del 1965. Avevo un'amica che abitava in rue Championnet. Ornano 49- 20 era il suo telefono.

Già a quel tempo la marea dei passanti domenicali, lungo la caserma, doveva aver travolto il grasso fotografo, ma non sono mai andato a controllare. A cos'era servita, quella caserma? Mi avevano detto che vi trovavano alloggio delle truppe coloniali.
Gennaio 1965. Veniva buio verso le sei all'incrocio fra boulevard Ornano e rue Championnet. Non ero nessuno, mi confondevo con quel crepuscolo, con quelle strade.
L'ultimo bar, in fondo a boulevard Ornano, sul lato dei numeri pari, si chiamava «Verse Toujours». A sinistra, all'angolo con boulevard Ney, ce n'era un altro, con juke-box. All'incrocio Ornano-Championnet, una farmacia, due bar, uno più vecchio, all'angolo con rue Duhesme.

Quanto ho aspettato in quei bar... La mattina molto presto quand'era ancora buio. Verso sera, quando imbruniva. Più tardi, all'ora della chiusura...
La domenica sera, una vecchia auto sportiva nera – una Jaguar, mi pare – era parcheggiata in rue Championnet, all'altezza della scuola materna. Sul retro, aveva una targhetta: G.I.G., grande invalido di guerra. La presenza di quella macchina nel quartiere mi aveva colpito. Mi chiedevo quale volto potesse avere il suo proprietario.

Dalle nove di sera, il viale era deserto. Rivedo ancora la luce dell'entrata al metro di Simplon, e, quasi di fronte, quella dell'ingresso al cinema Ornano 43. L'edificio del 41, che precedeva il cinema, non aveva mai attratto la mia attenzione, eppure ci sono passato davanti per mesi, per anni. Dal 1965 al 1968. Inviare eventuali informazioni ai coniugi Bruder, boulevard Ornano 41, Parigi.

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