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Questo articolo è stato pubblicato il 07 gennaio 2015 alle ore 07:55.
L'ultima modifica è del 07 gennaio 2015 alle ore 09:27.

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Riforma della Curia
Un appuntamento molto importante è tra un mese, nei giorni 9-11 febbraio, quando torneranno a riunirsi i cardinali del consiglio “della corona”, il cosiddetto C-9, che dal 2013 sta approfondendo i temi della riforma. Ormai è spianata la strada per un accorpamento di diversi dicasteri senza portafoglio, i Pontifici Consigli, e la nascita di due super-congregazioni attorno a laici e carità. Le bozze della nuova Curia saranno poi discusse dal Concistoro dei cardinali, convocati per il 10-12 febbraio, un summit plenario che consentirà al Papa di ascoltare le varie opinioni del Sacro Collegio, al quale il 14 febbraio si aggiungeranno nuovi 15 porporati elettori (e cinque ultraottantenni) appena annunciati, nominati davvero nelle periferie nel mondo e dell'Italia, in diocesi che mai avevano avuto a capo un cardinale. Il ridisegno bergogliano del Collegio non segue una logica politica, e infatti verranno creati cardinali dei presuli che, per esempio, al Sinodo avevano opinioni molto differenti l'uno dall'altro. In parallelo prosegue il lavoro sulle finanze vaticane, già ampiamente riformate: dovranno essere approvati gli statuti della Segreteria e del Consiglio dell'Economia – presieduti rispettivamente dai cardinali George Pell e Reinhard Marx, due cardinali su sponde “politiche” opposte - dello Ior e del Revisore Generale, figura quest'ultima ancora vacante. Su questo terreno è forte l'influenza dell'australiano Pell, controbilanciata da quella del Segretario di Stato, l'italiano Pietro Parolin.

I viaggi
Tra pochi giorni il Papa decollerà per Sri Lanka e Filippine: torna in Asia, confermando la centralità del continente nella geopolitica della Chiesa, dove il cattolicesimo è in crescita esponenziale. Sullo sfondo resta sempre la Cina, dove Bergoglio ha espresso il desiderio di andare: un'ipotesi non del tutto fantasiosa, visto che anche da Pechino (dove è molto stimato il cardinale Parolin) arrivano segnali continui di distensione, sin dalla scorsa estate quando fu concesso il permesso di sorvolo per il viaggio in Corea. Il capitolo viaggi si sta infittendo ogni giorno di più: tra quelli certi c'è quello negli Usa a settembre, con Philadelphia per la giornata delle famiglie, cui dovrebbero aggiungersi le tappe a New York per l'Onu – proprio in quei giorni ci sarà sessione annuale dell'Assemblea generale – e a Washington, alla Casa Bianca dal presidente Barack Obama. Improbabile la ventilata visita-lampo al muro di separazione tra Texas e Messico. Poi altre due ipotesi vengono date per molto probabili: America Latina (Ecuador, Bolivia e Paraguay) e Africa (forse Uganda). Niente Francia, rinviata pare a inizio 2016, anno in cui dovrebbe tornare in Argentina e andare alla giornata dei giovani di Cracovia. In Italia tre per ora le visite certe: Napoli e Pompei a marzo, Torino a giugno e Firenze a novembre. In mezzo a tutto questo dovrebbe essere pubblicata a firma di Francesco la prima enciclica della storia della Chiesa sul tema dell'ecologia, ma avrà – assicurano fonti vaticane – un respiro ampio su temi sociali e dell'economia sostenibile. È la seconda enciclica papale, anche se la prima, la Lumen Fidei, fu firmata insieme a Benedetto XVI.

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