Storia dell'articolo
Chiudi

Questo articolo è stato pubblicato il 17 agosto 2015 alle ore 06:36.

My24

Dalla perla della Val Pusteria si risale verso la capitale dei canederli; poi si segue verso sud la Strada del vino fino alla Bassa Atesina, il tutto restando sempre in Alto Adige; infine, dall’asse del Brennero si scende giù verso il lago di Garda, sponda veronese. Non è la proposta per una vacanza last minute post-ferragostana. Quelle tappe appena accennate formano, come vari punti sulla carta geografica, la direttrice su cui si trovano incastonati i primi cinque “borghi felici” d’Italia: Brunico, Vipiteno (che confermano rispettivamente primo e secondo posto rispetto all’edizione 2014), Egna (new entry in graduatoria nel 2015), Peschiera del Garda e Lazise.

A mettere in fila i Comuni con una popolazione tra i 5mila e i 50mila abitanti dove si vive il miglior compromesso tra le dimensioni economiche, sociali, ambientali e di welfare, è la classifica dei “Borghi felici 2015” elaborata dal Centro studi Sintesi per Il Sole 24 Ore. Dall’analisi di un insieme assai variegato di variabili statistiche si ottiene una spremitura di qualità: la base di partenza è costituita dagli 8.047 Comuni italiani riconosciuti dall’Istat; poi, attraverso una scrematura incrementale si arriva a una selezione di 158 Comuni (all’ultimo posto c’è Carignano, in provincia di Torino). Un drappello di piccoli paesi caratterizzati da una qualità del benessere mediamente superiore al resto d’Italia.

Il podio è un “affare” esclusivo dell’Alto Adige. Al primo posto si conferma Brunico, grazie soprattutto «agli importanti risultati in termini di condizioni di vita materiali (il reddito Irpef medio è il più elevato registrato dai 158 Comuni selezionati e anche i depositi pro capite sono nettamente superiori alla media) e al primato nel campo ambientale (forte incidenza di auto a limitate emissioni inquinanti)». Alle sue spalle si piazza ancora Vipiteno, che «pur non raggiungendo alcun primato nelle aree tematiche analizzate, sfrutta un mix equilibrato di performance di livello medio-alto, con punte di eccellenza nei campi della salute e dell’ambiente». In più Vipiteno sembra «aver messo la freccia» e aver iniziato la manovra di sorpasso. Infatti - sottolineano i ricercatori del Centro studi Sintesi - «l’anno scorso il vantaggio di Brunico su Vipiteno era di 4,6 punti (100 contro 95,4); quest’anno il gap si è ridotto a 3,1 punti (100 a 96,9). In realtà, sembra che il vantaggio di Brunico si stia velocemente riducendo anche nei confronti degli altri Comuni. Nel 2014 il terzo posto era di Sirmione con 87 punti; ora c’è Egna, che ha raccolto ben 95,6 punti. E sempre l’anno scorso il decimo posto era di Calenzano con 62,8 punti, mentre ora, nella stessa posizione, figura Manerba sul Garda con 80,8 punti. In altre parole, si potrebbe parlare di una sorta di “redistribuzione della felicità” - se così possiamo chiamarla -, resa evidente da una minore distanza di Brunico rispetto agli altri Comuni che occupano le prime dieci posizioni della classifica».

Questa “redistribuzione della felicità”, del resto, pare contraddire un dato numerico che emerge dall’indagine 2015. L’anno scorso i borghi felici erano 176, diciotto in più di quest’anno. È il segno che la “felicità” (intesa come Bil, Benessere interno lordo) - colpa della crisi e dei continui tagli ai bilanci comunali - sta diventando merce sempre più rara? I ricercatori del Centro studi Sintesi non la pensano così. Anzi, segnalano «le molte new entry, anche di altissimo livello, come Egna, che occupa il gradino più basso del podio». Un fenomeno legato al fatto che alcuni Comuni sono riusciti a superare la dura fase di selezione perché hanno superato la soglia dei 5mila abitanti (rispetto alla precedente edizione) o per dei miglioramenti in alcuni indicatori. Restando alle posizioni di vertice, tra le new entry grazie alla popolazione si possono citare, oltre a Egna, anche Manerba del Garda, Lazise, Bentivoglio e Cherasco (gli ultimi tre Comuni grazie alla densità abitativa). Altri nuovi ingressi, invece, sono dovuti a un buon indicatore dei depositi: è il caso di Peschiera del Garda, Saluzzo, Mogliano Veneto, San Martino Siccomario, Borgomanero e Torri di Quartesolo.

La “classifica dei borghi felici” viene realizzata in due fasi. La prima cernita, che riduce il lotto dei partecipanti ai 158 Comuni finalisti (nella tabella a fianco i primi cento classificati), è frutto di una selezione basata su 16 parametri legati alla qualità della vita in versione Stiglitz-Sen-Fitoussi, spremendo così un indicatore non solo basato sul reddito (il Pil), ma incentrato sulle variabili del benessere economico e sociale, dell’ambiente, degli indicatori di felicità (il Bil). Per ciascun indicatore, poi, sono stati esclusi gli outlier (ovvero Comuni con valori troppo alti o troppo bassi nelle variabili considerate), eliminando così le realtà territoriali “poco sostenibili”.

A questo punto - seconda fase - i 158 borghi sopravvissuti sono stati analizzati sulla base di 47 indicatori, suddivisi in otto aree tematiche (condizioni di vita materiali; istruzione e cultura; partecipazione alla vita politica; rapporti sociali; in/sicurezza; ambiente; attività personali e salute), utilizzando gli ultimi dati disponibili nelle principali fonti statistiche (Istat, ministero dell’Interno, Infocamere, Aci e Banca d’Italia).

© RIPRODUZIONE RISERVATA

Commenta la notizia

Shopping24

Dai nostri archivi