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Prete pro-pedofili, nuova scossa sul Sinodo

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l’assise dei vescovi

Prete pro-pedofili, nuova scossa sul Sinodo

Nelle ore in cui intensifica il dibattito dentro al Sinodo sulla famiglia attorno al nodo della riammissione ai sacramenti dei divorziati risposati piomba dentro le mura leonine una nuova bomba mediatica, destinata a far rumore attorno al mondo della Chiesa e alle tematiche (estranee dal dibattito dell'assise, che si occupa appunto di famiglia) ben note della pedofilia.

«Io la pedofilia posso capirla, l’omosessualità non lo so», ha dichiarato don Gino Flaim, collaboratore pastorale della chiesa di San Pio X a Trento, in un’intervista a La7 nella trasmissione L’aria che tira. Una dichiarazione che ha immediatamente portato alle revoca dell’incarico e la facoltà di predicazione al sacerdote, ha comunicato l’arcidiocesi di Trento. Una vicenda quindi che va a inserirsi in un momento molto delicato, un po’ come è avvenuto per un’altra storia, del tutto diversa, che è scoppiata sabato scorso. A poche ore dall’inizio dell’evento clou del pontificato, e con un timing studiato a tavolino, è arrivato il clamoroso coming out di un monsignore polacco, Krzysztof Charamsa, officiale della Congregazione per la dottrina della fede e secondo segretario della Commissione teologica internazionale, il quale ha rivelato prima ai media polacchi e poi al resto del mondo di essere gay e di avere un compagno. Il prelato – che ha accusato ambienti della Chiesa di omofobia - è stato rimosso dai suoi incarichi ed è andato via da Roma: padre Federico Lombardi aveva definito quella di Charamsa una «indebita pressione» sul Sinodo. Che per adesso non si sta occupando di omosessualità riferita alla famiglia: sarà un argomento della terza settimana, anche se qualche accenno è arrivato ieri, quando si è parlato di “rispetto” e di necessità di cambiamento del linguaggio dentro la Chiesa. Ma quella scoppiata ieri è una vicenda che riporta immediatamente alla piaga della pedofilia nella Chiesa, e che ha visto rivelazioni sconcertanenti nel corso degli ultimi due decenni in Usa, Irlanda, Germania, Francia e in molti altri paesi. Francesco ha insediato una commissione presieduta dal cardinale O’Malley, nella quale siedono anche delle vittime.

Per tornare alla vicenda di ieri, nell’intervista a La7, alla richiesta di spiegazioni della sua affermazione il prete di Trento ha detto: «Io sono stato tanto a scuola e i bambini li conosco. Purtroppo ci sono bambini che cercano affetto, perché non ce l’hanno in casa. E magari se trovano qualche prete, può anche cedere insomma. E lo capisco questo». E quando gli viene chiesto se praticamente sono un po’ i bambini la causa, dice: «Buona parte sì». E alla domanda poi se le accuse verso la pedofilia siano ingiustificate, il sacerdote risponde: «Accusa è un peccato e come tutti i peccati vanno accettati anche». E per quanto riguarda l’omosessualità invece? «Non ho conoscenze dirette - afferma - non saprei dire. Che ci sia non mi faccio meraviglia, perché la chiesa è una comunità di peccatori. Non per niente Gesù Cristo è morto per i peccati. Anche qui non so perché. Perché le malattie vengono». L’omosessualità è una malattia? «Credo proprio, penso di sì», poi prosegue: «Chi vive in questa situazione di pedofilia o di omosessualità, penso che dentro provi una certa sofferenza, perché si vede un po’ diverso dagli altri e che cerchi di venirne fuori, perché è umano questo».

Insomma, un’altra grana, di per sé probabilmente circoscritta, ma mediaticamente di grande impatto. Di questioni “politiche”complicate connesse all’omosessualità - e non quindi alla pedofilia , almeno pubblicamente- il Papa ne ha affrontate diverse in questi ultimi giorni. A partire dalle polemiche scoppiate specie in Usa a seguito del breve incontro aWashington con Kim Davis, l’impiegata di Contea del Kentucky arrestata perché si rifiutava di rilasciare una licenza di matrimonio a una coppia omosessuale: incontro che per il Papa non ha avuto un significato di appoggio alla sua causa, come è stato chiarito dalla sala stampa. Poi la notizia dell’incontro, avvenuto nella stessa nunziatura, tra Bergoglio e un suo ex alunno omosessuale che vive negli States, il quale era accompagnato dal compagno, dalla madre e da alcuni amici. Francesco ha voluto rivedere una persona che conosce fin dagli anni Sessanta: insomma, nessun significato ufficiale, ma certo un gesto di “misericordia”. Lo scorso gennaio inoltre Francesco aveva accolto in Vaticano Diego Neria Lejarraga, un transessuale spagnolo e la sua fidanzata: l’ex donna, di 48 anni, aveva scritto al Papa denunciando di essere stato emarginato dalla Chiesa nella sua città di Plasencia, in Estremadura, dopo il cambio di sesso.