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Pubblica o privata, ma la soluzione sia definitiva

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l’analisi

Pubblica o privata, ma la soluzione sia definitiva

Da troppi anni le difficoltà del Monte Paschi di Siena rappresentano un problema per la credibilità dell’intero sistema bancario italiano. Ora serve una svolta che sia davvero definitiva e allontani ogni timore sul capitale.Prima il ricorso ai Tremonti-bond (1,9 miliardi, poi trasformati in Monti Bond e infine rimborsati allo Stato), poi una serie di aumenti di capitale per oltre 10 miliardi che hanno distrutto il valore degli azionisti senza rimettere definitivamente in sesto la banca. Con il nuovo vertice, il turnaround gestionale è diventato visibile e gradatamente sta dando risultati concreti sia dal punto di vista della redditività operativa che del modello di business.

Ma ormai è evidente che senza un nuovo intervento straordinario sul capitale, peraltro sollecitato a gran voce dalla Vigilanza europea della Bce, Mps non potrà risollevarsi e mantenersi stabilmente sopra ai livelli patrimoniali di Cet 1 (peraltro sempre crescenti) richiesti dall’Autorità europea. Si può discutere a lungo sulle eccessive pressioni del Single Supervisory Mechanism (Ssm) di Bce, che ormai da due anni pretende per il Monte un’aggregazione e che da poche settimane ha imposto la cessione di 10 miliardi di crediti in sofferenza nei tempi predefiniti dall’Authority. Nessun’altra banca in Europa, forse con la sola eccezione della tedesca Deutsche Bank, è finita nel mirino della grande speculazione internazionale che da anni guadagna vendendo allo scoperto le azioni Mps in attesa di un fuuro aumento di capitale che prima o poi arriverà.

Troppe volte in passato si è pensato che una mini-ricapitalizzazione potesse essere sufficiente per il rilancio della banca, forse contando che prima poi la ripresa dell’economia in Italia migliorasse un contesto macro rovinato dalla caduta del 10% del Pil e del 25% della produzione industriale. Invece una solida ripresa stenta a vedersi e Mps, per via del maxi-stock di crediti deteriorati accumulati negli ultimi dieci anni, fatica a uscire dalla crisi. Creando, forse oltre misura, un pregiudizio negativo sull’intero sistema bancario italiano che invece, dati alla mano, conta su una maggioranza di istituti
solidi e su alcune banche locali in difficoltà.

È arrivato il momento, nell’interesse dell’intero sistema bancario ed economico italiano, che per il Monte Paschi venga trovata una soluzione definitiva. In queste ore - tra Francoforte, Siena e Roma - si sta valutando un piano interamente di mercato che liberi Mps dall’intero stock di crediti in sofferenza, aumenti le coperture dei prestiti unlikely-to-pay (i «vecchi» incagli), e ricostituisca il capitale con un’operazione di mercato da circa 4 miliardi garantita da un pool di banche d’investimento. In alternativa, sempre che la Commissione Ue dia il via libera, per Mps si profila un aumento di capitale garantito recauzionalmente dallo Stato.

Le valutazioni che inizierà a dare oggi la Bce e nei prossimi giorni la Commissione Ue saranno probabilmente decisive per capire quale strada sarà intrapresa. L’essenziale è che la soluzione che sarà individuata per il caso Mps sia davvero definitiva. Governo, Autorità e le maggiori banche che alimentano il fondo Atlante sono chiamati a una scelta decisiva per riportare
piena fiducia sul sistema bancario italiano.

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