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Tokyo, via al bonus per rilanciare i consumi

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Tokyo, via al bonus per rilanciare i consumi

Il premier Shinzo Abe (al centro)
Il premier Shinzo Abe (al centro)

Se la politica monetaria ultraespansiva della Banca del Giappone (BoJ) sembra ormai vicina a raggiungere i suoi limiti, è la politica fiscale che si riprende il ruolo principale nel cercare di sostenere un’economia frenata da consumi fiacchi e da venti contrari provenienti dall’estero: il governo giapponese ha approvato ieri un’articolata manovra di stimolo a una congiuntura debole del valore complessivo indicato in 28.100 miliardi di yen (oltre 246 miliardi di euro). Il simbolo del passaggio di testimone tra la prima e la seconda “freccia” dell'Abenomics è nella forma in cui arriva un po’ di “helicopter money”: 22 milioni di cittadini poveri (reddito inferiore a un milione di yen l’anno) potranno andare in comune a ritirare 15mila yen (132 euro), che il governo spera spendano subito per contribuire a rilanciare i consumi.

Nelle scorse settimane si erano diffuse voci fantasiose sulla possibile introduzione di “helicopter money” sotto forma di finanziamento dirette della spesa pubblica da parte della banca centrale, magari attraverso l’emissione di bond perpetui zero-coupon che la BoJ avrebbe comprato e il governo finto di voler ripagare. Ma la BoJ venerdì scorso si è limitata a un provvedimento di sostegno alla Borsa, con il raddoppio degli acquisti di Etf. Ieri il ministro delle Finanze Taro Aso e il Governatore della BoJ Haruhiko Kuroda hanno sottolineato il “coordinamento” tra politiche fiscali, monetarie e di riforme. Aso ha detto che incrementerà le emissioni di bond a 40 anni, ma non pensa (ancora) a introdurre i “cinquantennali”, mentre Kuroda ha fatto intendere che il prossimo 21 settembre la BoJ non farà alcun giro di vite. Anche perché a Ferragosto sarà rilasciato il dato sul Pil, che secondo i pronostici degli analisti vedrà una crescita intorno a zero dopo il +1,9% annualizzato del primo trimestre.

Gli investitori – delusi dalla modestia dell’ultima mossa della BoJ – in genere non sono parsi impressionati nemmeno dalla manovra governativa, in quanto l’effettiva spesa addizionale sarà limitata a 7.500 miliardi di yen (66 miliardi di euro), di cui solo 4.500 miliardi nell’anno fiscale 2016. Il governo parla di “componente fiscale” della manovra per 13,500 miliardi di yen, includendo investimenti e programmi di prestiti agevolati (Filp) per 6mila miliardi, che non entrano nel bilancio dello Stato come liabilities.

I capitoli della manovra. Battezzata “Investimento per il futuro” , la manovra – che sarà sottoposta alla Dieta a metà settembre – è stata esaltata dal premier Shinzo Abe in quanto finalizzata «non solo a stimolare la domanda sul breve termine, ma a creare una crescita sostenibile» nello stimolare domanda e investimenti privati (in aggiunta al rinvio deciso recentemente di una misura depressiva come il rialzo dell’Iva). Secondo il calcolo ufficiale, dovrebbe avere un impatto positivo sul Pil reale dell’1,3% sul breve termine: un’esagerazione, secondo Smbc Nikko Securities, secondo cui la spinta sarà, nel corrente anno fiscale, solo dello 0,4%. Altri analisti rilevano che gli stimoli fiscali male non fanno (salvo ritardare il contenimento della crescita del debito pubblico), ma da soli non bastano a creare una crescita sostenibile, per la quale sono essenziali riforme più incisive nel segno della deregulation in settori come agricoltura, servizi medicali, educazione, assistenza e nuovi business.

Le maggiori spese (e prestiti speciali agevolati a tasso ridotto fino allo 0,01%) andranno ancora una volta alle infrastrutture: il completamento della linea superveloce Maglev tra Tokyo e Osaka sarà anticipato di 8 anni al 2037; in alcuni porti saranno costruiti moli in grado di accogliere le più grandi navi da crociera, nel quadro di altre iniziative pro-turismo, e verranno realizzate strutture per agevolare le esportazioni agricole.

Se l’ultimo comunicato della BoJ iniziava con un riferimento alla Brexit e ai rischi che ha creato per l’economia europea e globale, un secondo importante capitolo del pacchetto fiscale riguarda il sostegno alle piccole e medie imprese con riferimento specifico alla «mitigazione dei rischi derivanti dalla Brexit ecc» e una spesa allocata di 600 miliardi di yen (più prestiti speciali per 700 miliardi).

Un terzo aspetto (per 2.700 miliardi di spese fresche) riguarda la ricostruzione delle aree del Kyushu colpite dal recente terremoto, più misure finalizzare alla prevenzione dei disastri naturali.

Un valore totale stimato in 3.500 miliardi di yen andrà infine per realizzare lo strano slogan - da tempo un ritornello di Abe – della «società in cui tutti i cittadini siano dinamicamente coinvolti». Qui si notano, a parte le elargizioni in contanti, un incremento del 3% (24 yen) del salario minimo e una riduzione dei requisiti (da 25 a 10 anni) per entrare nel sistema pensionistico pubblico di base. Le sintesi rilasciate dal governo sulla manovra finiscono comunque per sconfinare in esercizi di pubbliche relazioni, mescolando o confondendo i provvedimenti con gli obiettivi, tra diciture come «mobilitazione degli asset finanziari delle famiglie», miglioramento delle condizioni di lavoro per gli operatori sociali, aumento di mezzo milione di posti negli asili-nido e così via. Alcune misure sanno di “repackaging” di impegni già previsti, mentre valori e impatti appaiono – come successo in passato – sovrastimati. Sull’efficacia del pacchetto, fa da monito il fatto che si tratti della 26esima manovra di budget addizionale dai tempi del crollo della Borsa e dell’immobiliare del 1990, in un Paese dove il calo della popolazione e della forza lavoro accelera e provoca una riduzione del potenziale di crescita dell’economia.

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