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Lotta all’evasione in Comune

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Scenari

Lotta all’evasione in Comune

  • –Gianni Trovati

Sulla carta, i sindaci hanno in mano un bazooka: possono segnalare all’agenzia delle Entrate i casi sospetti di evasione fiscale, grazie alla conoscenza diretta dei patrimoni e delle abitudini di vita dei loro cittadini, e tenersi tutte le maggiori entrate raccolte grazie alle loro indicazioni (la manovra in Parlamento conferma il premio pieno per altri due anni). Nei fatti, però, gli amministratori locali lo hanno usato come un bisturi, scovando qua e là piccole evasioni, oppure, in maggioranza, non lo hanno utilizzato affatto. Perché?

Le risposte, come sempre accade nelle tante promesse mancate che costellano la storia della finanza pubblica, sono tante, e spaziano dalla volontà politica di non disturbare troppo i cittadini-elettori alle difficoltà tecniche vissute da tanti uffici locali oberati da una massa di adempimenti, spesso inutili, che tolgono spazio alle attività più produttive.

Un buon pezzo della strada che separa i risultati potenziali da quelli modesti finora realizzati, però, si può coprire con la preparazione tecnica di chi dovrebbe materialmente incrociare i tanti dati a disposizione dei Comuni per fare le segnalazioni all’agenzia delle Entrate.

In aiuto a chi non vuole rinunciare a quello che potrebbe essere un toccasana per i conti di molti Comuni c’è un manuale agile, ma completo, pubblicato dall’Ifel, che punta ad accompagnare gli operatori in tutti i passi che portano dalle indagini all’incasso. A curarlo è Antonino Gentile, che dopo aver concluso una lunga carriera nell’agenzia delle Entrate, ha preso carta e penna per mettere in fila tutto quello che i Comuni anti-evasori devono sapere.

Gentile, va detto, ha buoni numeri dalla sua, a partire dal protagonismo dei Comuni dell’Emilia Romagna nel campo finora ristretto della lotta comunale all’evasione erariale. I sindaci della regione, che ospita poco più del 7% degli italiani, si aggiudicano ogni anno quasi la metà dei risultati ottenuti a livello nazionale, e uno dei motori di questo successo è stata la direzione regionale delle Entrate guidata da Gentile dal 2009 al 2012, cioè proprio negli anni cruciali per l’avvio della macchina.

Forte di questa esperienza sul campo, maturata dal Tentino alla Sicilia oltre che a Bologna e dintorni, Gentile non si perde in chiacchiere e dà alle sue pagine uno schema cartesiano che accompagna subito il lettore alle sezioni più importanti per la sua attività. In gioco, infatti, non c’è solo l’ufficio tributi, ma anche l’urbanistica, il commercio, l’anagrafe, e ciascuno trova nel manuale una parte dedicata, un pacchetto di casi pratici e un elenco di quesiti che risolvono le incertezze più frequenti.

La cassetta degli attrezzi, insomma, è completa e aspetta solo di essere utilizzata. Certo, a impugnare questi strumenti c’è un personale comunale che in questi anni ha visto i contratti congelati, le assunzioni limitate e la formazione professionale quasi vietata per legge, e ognuno di questi fattori aiuta a spiegare anche lo scarso successo ottenuto finora dall’anti-evasione locale. In questo, la vicenda è sintomatica di una politica nazionale che spesso ha dato compiti strategici ai Comuni, salvo poi dimenticarsi di fornire anche gli strumenti per svolgerli. Ma questa è un’altra storia, che va oltre l’utile libro di Gentile.

gianni.trovati@ilsole24ore.com

© RIPRODUZIONE RISERVATA

Antonino Gentile, I Comuni
e l’accertamento dei tributi statali.
Fondazione Ifel