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Questo articolo è stato pubblicato il 14 luglio 2010 alle ore 19:15.
Blanca Li alchimista del ballo, corpo muscoloso nervosamente fremente, lineamenti picassiani, il fuoco di Granada, città natale, nelle vene, l'incanto di Parigi nel cuore, le regalano un fascino unico. Ballerina, coreografa, attrice e filmaker tra le più talentuose del momento, allieva di Martha Graham e Alvin Ailey, con la passione per l'hip-hop, anima andalusa irrequieta e irriverente, ama sperimentare e mettersi in gioco. Vive a Parigi dal 1992, dove ha fondato la sua Compagnia di danza e, dal 2006, dirige il Centro di Danza a Siviglia.
Oggi, a quarantasei anni, mamma di due bimbi con l'anima e il fisico da eterna ragazza, ha realizzato un sogno inseguito da tempo, mettere in scena il trittico «Il Giardino delle delizie» del fiammingo Hieronymus Bosch. Blanca in gita scolastica al Museo del Prado di Madrid, appena decenne, rimase folgorata dal capolavoro del visionario pittore cinquecentesco, opera sconvolgente da sempre oggetto di studio e di svariate interpretazioni. Finalmente il Trittico sulle punte è diventato realtà, grazie anche all'incontro tra la danzatrice e la video artista Eve Ramboz, che stava realizzando un film d'animazione sul «Giardino delle Delizie» poi diventato parte integrante dello spettacolo.
Accolto con ovazioni entusiastiche da critica e pubblico l'anno scorso, al Montpellier Dance , «Le Jardin des delicès» arriva in esclusiva nazionale il 17 luglio al Castello di Agliè (Torino) nell'ambito del Festival Internazionale Teatro a Corte. Blanca, che i francesi considerano l'Almodovar della danza, ha reso materia vivente e pulsante il mondo surreale, crudele, onirico boschiano, mescolando con il suo personale segno d'artista i paradossi della società odierna e gli interrogativi sul nostro incerto futuro.
Un variegato puzzle tra passato e presente, orgia emotiva costellata da virtuosismo acrobatico e originalità, esplodono in una danza senza frontiere, tra cabaret, hip hop, flamenco, danza classica, in un poetico, ironico, energico inno alla vita. Intricata meditazione sulla natura umana con protagonista incondizionato il corpo, aggrovigliato, animalizzato, sudato, esaltato, mostruosamente umano, teneramente vero, dei ballerini che si muovono in sintonia con le immagini video e le miriadi di particolari che fuoriescono, come per magia, dallo sciame simbolico del Trittico. Internet, il cellulare tiranno del nostro tempo, il sesso usa e getta, entrano a far parte del giardino-inferno pittorico. L'universo di Bosch s'incrocia, in un impertinente e particolare crocevia delle ossessioni e vizi capitali, con quello anticonformista di Blanca. Tutto si agita in uno shaker di forme, colori, suoni, sagome e visioni, in un viaggio che apre squarci di verità su quegli stati emozionali più profondi che spesso tralasciamo, come lo stupore bambino di Blanca quando vide per la prima volta il suo «Giardino» .