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Questo articolo è stato pubblicato il 18 ottobre 2010 alle ore 19:08.
Se è vero, come ha affermato su queste pagine lo scrittore Christian Raimo, che l'industria culturale italiana poco concede ai giovani di idee e di buona volontà; allo stesso modo, anche in Italia c'è chi, nonostante l'impasse e lo scoramento, uno spazio pubblico per fare cultura se l'è conquistato da solo. Storie di entusiasmo e di imprenditoria che sono diventate modelli di riferimento per chi vuole "fare cultura". Oggi ve ne proponiamo alcune.
minimum fax
Per quanto ambiziosi e sognatori, Marco Cassini e Daniele Di Gennaro non avrebbero mai immaginato che da una rivista distribuita via fax, sarebbe nata una casa editrice, capace di avere un libro ("Acqua in bocca" di Andrea Camilleri e Carlo Lucarelli) al primo posto in classifica per tutta l'estate del 2010.
È successo, e la casa editrice che conserva nel nome la storia delle sue origini 1.0, è riuscita in tredici anni a rosicchiare alle grandi casi editrici uno 0,5% di mercato destinato a crescere.
Cassini, che oggi ha 40 anni e ha accettato di essere definito un "imprenditore", racconta che il punto di svolta, arrivato nel 1997, a tre anni dall'apertura, è stato l'acquisizione dei diritti dello scrittore Raymond Carver: «A quel punto abbiamo capito che era arrivato il momento di togliersi i calzoni corti». All'acquisto di Carver, «realizzato senza una lira in tasca», segue la scelta di affidarsi a un grande distributore, la Pde. «L'ostacolo maggiore nel panorama editoriale romano degli anni Novanta era costituito dall'accesso: oltre ai grandi, c'erano solo Editori Riuniti, Stampa Alternativa ed E/O a giocarsi le piccole quote di mercato che restavano». Cassino e Di Gennaro fanno scelte giuste: si concentrano su nomi stranieri underground, portano in Italia David Foster Wallace Lethem, Rick Moody, Dave Eggers; ripubblicano maestri intriganti spesso trascurati dal mainstream (da Carver a Bukowski), per passare poi al rischioso scouting di voci nuove nel panorama italiano.
Oggi minimum fax è una macchina culturale dove lavorano venti persone, che punta a chiudere il 2010 con un fatturato di oltre f 4 milioni di euro : u fn network che produce corsi di scrittura, di editoria e cinema, che ha una libreria, un blog letterario molto seguito, e promuove esperienze di lettura live .
Es.terni
Linda Di Pietro il sabato mattina si sveglia alle 7 per lavorare, scelta obbligata per chi vuole fare la rivoluzione culturale a Terni.
Cinque anni fa organizzava eventi come freelance tra la Toscana, dove ha studiato Comunicazione, e Milano, dove ha conosciuto Massimo Mancini che all'epoca dirigeva il Crt, una delle realtà più sperimentali del teatro in Italia. Oggi, a 32 anni, è amministratore unico di Indisciplinarte, una srl che gestisce il Caos, Centro Arti Opificio Siri: spazio di 6mila metri quadri dove lavorano 45 persone. E, di notte, sogna di fare di Terni la capitale della cultura europea nel 2019.