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Questo articolo è stato pubblicato il 04 marzo 2011 alle ore 19:14.

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Le eroine invisibili
«Ci sono donne sconosciute come la garibaldina padovana Tonina Marinello, nota come La Masenela, che si è imbarcata vestita da uomo per la spedizione dei Mille e ha ottenuto anche il grado di ufficiale. O l'eroina di Foligno, Colomba Antonietta Porzi caduta in combattimento. Ma anche l'eroina di Gallipoli. Antonietta De Pace, una convinta mazziniana che ha lottato tutta vita per gli ideali di libertà, fondatrice di comitati per Roma capitale, incarcerata dai Borboni. Il suo caso è stato ampiamente raccontato anche dai giornali stranieri dell'epoca» racconta l'autrice.

La giornalista inglese garibaldina
Tra le donne che hanno saputo combattere una battaglia altrettanto se non più importante, quella delle idee, c'è anche Jessie White, giornalista inglese, nata il 9 maggio 1832 vicino Portsmouht da ricca famiglia borghese d'idee liberali, studi a Birmingham e poi a Parigi alla Sorbona. La giovane Jessie, colta, sensibile, attenta osservatrice della realtà sociale, non poteva che simpatizzare per il movimento mazziniano, al quale, infatti, finì con l'aderire, dedicandosi anima e corpo alla raccolta di fondi e alla scrittura di articoli sull'argomento per i giornali inglesi e americani. Fondamentale quello, apparso sul Daily News nel 1856 con il titolo «Italy for italians» (l'Italia agli italiani). Nel 1854, a Nizza, presentata da comuni amici, conosce Garibaldi, dalla cui personalità rimane così affascinata che, insieme al marito Alberto Mario, lo seguirà dappertutto nelle sue varie spedizioni, diventando la sua biografa.

E quella americana
«La mia eroina preferita è Margaret Fuller Ossoli, - spiega Bruna Bertolo - una giornalista americana del New York Tribune inviata in Europa nel 1847 dal suo giornale per il quale scrive dei reportage molto seguiti. Quando arriva in Italia ed incontra Mazzini è già molto famosa in quanto autrice del libro-manifesto del femminismo dell'epoca «Le donne del XIX secolo». Mandata a seguire le vicende della Repubblica di Roma, da piazza Barberini, a pochi passi da Mazzini eletto nel triunvirato capo della Repubblica, invia dei pezzi di grande partecipazione. A 39 anni conosce il patriota e nobile romano Angelo Ossoli, di circa 10 anni più giovane, si innamorano, forse si sposano e nasce un bambino. Quando Roma crolla sotto l'assedio del generale francese Oudinot, la coppia ripara a Firenze ma in seguito alle ristrettezze economiche decide di tornare in America. La nave non arriverà mai. I passeggeri muoiono quasi tutti idurante naufragio di fronte alle coste americane. Si inabissa anche il manoscritto del libro che Margaret stava scrivendo sulla sua esperienza in Italia.

Una Caracciolo a Napoli
Nel fermento risorgimentale a Napoli brilla la stella di Enrichetta Caracciolo, discendente dell'omonima nobile famiglia e che, non essendo la primogenita è costretta ad andare in convento dove viene perseguitata per le sue idee liberali e i libri che legge. Con l'arrivo di Garibaldi riesce a scappare dal convento e nel 1864 scriverà il libro «I misteri del chiostro napoletano» dove spara a zero contro tutte le angherie che ha dovuto subire: un inno alla libertà che viene tradotto anche in inglese e francese.

«Il libro - conclude Bruna Bartolo - si chiude su Cristina di Belgioioso, che riassume tutti i personaggi risorgimentali femminili: esiliata a Parigi in seguito alle persecuzioni della polizia; ma anche intellettuale e giornalista che scrive in francese su prestigiose testate, nonchè fondatrice di giornali come La gazzetta italiana e la rivista Ausonio, pubblicati in Francia e importati illegamente in Italia».

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