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Questo articolo è stato pubblicato il 10 aprile 2011 alle ore 08:20.

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Byatt è famosa per le sottili contaminazioni tra i campi del sapere, per aver analizzato l'impatto del darwinismo sulla narrativa inglese; in questi intrecci spesso fa capolino, e non sempre in modo lusinghiero, il mondo accademico, di cui ha fatto parte. «È un ambiente che amo, pur sentendomi lontana dalle derive estremistiche delle teorie letterarie, ricorrenti quando smisi di insegnare nel 1984. Mi sembrava che spesso fossero tautologiche e in più imbruttivano la lingua. Io tengo molto a un'esposizione fluente, flessibile, e il più possibile vicina alla realtà. Le teorie sono griglie rigide, dove i lettori trovano conferma delle stesse, quando invece credo sia necessario accostarsi a una materia con una sorta di innocenza e curiosità». Nelle novelle di Byatt sembra che le eroine si oppongano alle avversità in maniera più coraggiosa degli uomini. Considerazione che la scrittrice non accoglie. «Non penso che le donne nei miei libri siano più forti degli uomini. Almeno non creo queste situazioni consciamente. Credo che una buona scrittrice debba essere in grado di amare e descrivere i personaggi indipendentemente dal sesso. Sotto il profilo politico io mi considero una femminista, ma sul femminismo letterario invece sono più dubbiosa. Può indurre autori e lettori a guardare il mondo in maniera miope. E una buona scrittrice deve sapere cogliere nella pienezza un personaggio anche a prescindere dalle età. È bello invecchiare, perché riesco ancora a ricordare le pulsioni giovanili e nel contempo comprendo i sentimenti delle età successive».
cristina.battocletti@ilsole24ore.com
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Il giro del mondo
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«Incroci di Civiltà», dal 13 al 16 aprile a Venezia, organizzato dal Comune di Venezia e dall'Università Ca' Foscari, con la collaborazione della Fondazione Musei Civici, propone incontri con i grandi della letteratura internazionale. Oltre ad Antonia S. Byatt (giovedì 14 alle 18.30 al teatro Malibran) , ci sarà il premio Nobel V. S. Naipaul, il maestro del cinema Theo Angelopoulos con il suo sceneggiatore e giallista di culto, Petros Markaris, gli enfant terribile della narrativa contemporanea Etgar Keret e Wladimir Kaminer, i bestseller italiani Gianrico Carofiglio e Alessandro Piperno, la coraggiosa narratrice croata Dubravka Ugrešic, l'artista del fumetto Joann Sfar, l'autore libanese Jabbour Douaihy. (www.incrocidicivilta.org)

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