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Questo articolo è stato pubblicato il 24 luglio 2011 alle ore 13:52.

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Ma in un modo o nell'altro quasi tutto fu conservato e attualmente l'Archivio Chaplin - di cui la famiglia Chaplin è proprietaria e custode - viene digitalizzato e catalogato a Bologna dal Progetto Chaplin. L'archivio non comprende solo la documentazione amministrativa e legale degli studi, ma anche, ad esempio, appunti casuali sul retro di buste e telegrammi: testimonianze processo creativo, momenti di ispirazione giunti fino a noi dai Chaplin Studios dagli anni Venti agli anni Sessanta.

Un ulteriore elemento di interesse è costituito dai disegni prodotti per le scenografie dei grandi film di Chaplin esposti in questa mostra. Di tutti i materiali cartacei che ruotano attorno alla creazione di un film, i bozzetti sono forse i più affascinanti ma anche i più "usa e getta". Il loro fascino è dovuto al fatto che incarnano un primo, e dunque ideale, concetto visivo del film. Sono "usa e getta" perché nel momento in cui il set è pronto la loro funzione è stata assolta. Spesso consumati e macchiati per l'uso che ne viene fatto sul set, sono spesso troppo voluminosi e ingombranti per essere conservati. Anche quando gli artisti che li hanno disegnati ne riconoscono il valore, i bozzetti rimangono proprietà dello studio, che raramente è interessato a conservarli.

Di tanto in tanto qualcuno salva una manciata di disegni in onore del nome e del valore commerciale di un artista famoso - Alexandre Benois fu lo scenografo di Napoleon di Abel Gance; i disegnatori di The Cabinet of Caligari furono sufficientemente colpiti dalle innovazioni introdotte dal film che decisero di conservare qualche esemplare dei disegni di scena – ma la stragrande maggioranza non esiste più. Dove sono finiti i bozzetti di Intolerance, The Big Parade, The Blue Angel, La Règle du Jeu, Stagecoach, Citizen Kane? Ne è sopravvissuto qualcuno? Probabilmente no.

Se i negativi, gli out-takes e i materiali cartacei dei Chaplin Studios sono stati diligentemente conservati, una sorte diversa è toccata ai disegni di scena di cui l'Archivio Chaplin conta solo pochi esemplari. È solo grazie al fratello di Chaplin Wheeler Dryden che possiamo oggi vedere una selezione dei disegni sopravvissuti, parte dei quali è presente all'interno di questa esposizione. Secondo diverse fonti Wheeler era un uomo eccentrico, caratteristica che si acuì con la vecchiaia. Nutriva una vera adorazione per il talento di Charles e considerava ogni oggetto o documento legato a lui una sorta di reliquia sacra. Pare che alla fine di ogni giornata Wheeler portasse a casa tutti i materiali scartati dallo studio e che questo suo ossessivo accumulare avesse esasperato sua moglie che alla fine lo lasciò, unico custode delle stanze dei tesori chapliniani piene di cimeli e ciarpame. Quando Wheeler morì nel 1957 – da quanto si narra perseguitato dall'incubo di essere interrogato dall'FBI - il suo appartamento era talmente ingombro di ogni sorta di "spazzatura" che la maggior parte del suo contenuto fu semplicemente incenerito. Oggi non avrebbe prezzo.

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