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Questo articolo è stato pubblicato il 31 luglio 2011 alle ore 08:15.

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Forse, allora, saper digitare non equivale a saper scrivere; o meglio: l'italiano digitato nelle e-mail, negli sms, nelle chat è diverso dall'italiano scritto tradizionalmente inteso. È l'e-taliano: una varietà che per le persone cólte rappresenta solo una scelta stilistica, uno dei tanti registri possibili (l'italiano dell'uso immediato). Ma per tutti quelli che scrivono soltanto in queste occasioni potrebbe diventare l'unico modo di scrivere: l'unica scelta possibile, ghettizzante e socialmente deficitaria. L'e-taliano come italiano neopopolare, mutazione tecnologica di quello usato per secoli da chi, sapendo a malapena tenere la penna in mano, doveva cimentarsi con la scrittura. Magari – come Totò e Peppino – per chiedere a una malafemmena di lasciare in pace il nipote, «xkè il giovan8 è studente ke studia ke si deve prendere 1 laura».
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Mirko Tavosanis, L'italiano del web, Carocci, Roma, pagg. 252, €, 21,00

la crusca e il t9
Il titolo non lascia spazio alla fantasia: «Se telefonando... ti scrivo.
L'italiano al telefono, dal parlato
al digitato» raccoglie gli interventi di un convegno tenuto all'Accademia della Crusca nel 2007. Ed effettivamente nei molti interventi (da Biffi ad Antonelli, da Ortoleva a De Blasi) del libro, ora curato
da Nicoletta Maraschio
e Domenico De Martino (pagg. 234, s.i.p.), il nuovo italiano da telefonino è analizzato con precisione, competenza e qua e là brio.
Un libro da consigliare
a chi ha già nostalgia del T9
(magari è passato ai tablet)
ma per capire come sia sempre in movimento la lingua.
E un'istituzione come la Crusca.

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