Non riesco a capire quale fine si ponga il dispositivo che cancella tutti gli enti pubblici non economici con meno di 70 dipendenti.

Capisco invece molto bene il rischio di cancellare enti che nel campo della scienza e dalla cultura , quello che mi interessa senza perciò svalutarne altri, hanno dato e stanno dando grandi contributi.

Senza entrare nell'indicazione nominativa di tali enti, è bene segnalare che in tutti i Paesi Europei ci sono accademie scientifiche, per la lingua, le arti, la musica. In queste istituzioni, che in Italia sono plurisecolari, si contribuisce all'identità nazionale non tanto con la singola scoperta scientifica di frontiera quanto con la preservazione e la trasmissione intergenerazionale della sapienza scientifico-culturale che si è costruita ed accumulata in vite di ricerca riconosciute e che contribuisce all'incivilimento.

In Italia abbiamo alcune delle più antiche accademie del mondo con un prestigio che deriva dalla loro storia fatta di grandi personalità che hanno spesso realizzato le loro scoperte in altre strutture, come le Università, ma che nelle Accademie assumono quel ruolo di testimoni della storia della scienza e della cultura senza le quali un Paese ed un Popolo inevitabilmente declinano. Per questo ci auguriamo che le istituzioni politiche e parlamentari rammentino che senza il rispetto della storia non si costruisce il futuro.

Rammentino altresì che a queste Accademie gli organi politico-istituzionali si possono rivolgere per pareri oggettivi in quanto espressi da studiosi indipendenti e internazionalmente apprezzati, anche se spesso non noti al grande pubblico. Sarebbe particolarmente grave che in coincidanza delle celebrazioni dei 150 anni dell'Unità Nazionale venissero colpiti degli Enti che alla Unità e Identità Nazionale hanno dato e danno un grande contributo.

(*) Economista. Presidente della Classe di Scienze Morali dell'Accademia Nazionale di Lincei

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