Storia dell'articolo
Chiudi
Questo articolo è stato pubblicato il 27 agosto 2011 alle ore 16:19.
Non ci posso credere. C'è chi vuole la fine dell'Accademia della Crusca. Inimmaginabile che in Francia qualcuno proponesse di chiudere l'Académie Française o, in Spagna, la Real Academia Española o, in Germania, l'Institut für Deutsche Sprache: sono tutte istituzioni che non esisterebbero neanche, se non ci fosse stato il modello dell'Accademia della Crusca, fondata nel 1583, che nel 1612 pubblicò il Vocabolario, a sua volta modello dei vocabolari delle grandi nazioni di cultura!
Sanno, le autorità che ora la trovano superflua, che la Crusca fa miracoli con pochissime persone pagate e senza alcun compenso ai suoi membri?
Che le sue manifestazioni e pubblicazioni godono della più alta stima scientifica? Che, per esempio, essa partecipa alla realizzazione del Lessico Etimologico Italiano, forse il più grande progetto di lessicografia storica in Europa, che rimarrebbe a sua volta danneggiato se perdesse questa partecipazione? Che, diversamente da quanto si potrebbe aspettare da una istituzione così antica, la Crusca è sempre aperta ai nuovissimi stimoli della linguistica internazionale? Che è stata la Crusca a rivendicare più fortemente una politica di multilinguismo nell'Unione Europa?
Sappiano, gli Italiani, che l'Institut für Deutsche Sprache, localizzato a Mannheim, che ha funzione di accedemia linguistica in Germania, dispone di 133 dipendenti (alcuni a tempo parziale) e di 75 collaboratori studenti e che, nel 2010, il suo bilancio è stato di 9,8 milioni di euro, di cui i più dal Governo federale e dal Land Baden-Württemberg (dove si trova Mannheim). Sarebbe proprio la Crusca, con i suoi 6 (dico 6) dipendenti a mettere l'economia italiana in difficoltà? Non ci posso credere.
(*) Francoforte sul Meno. Socio estero dell'Accademia della Crusca
Scrivici a salvalacrusca@ilsole24ore.com
©RIPRODUZIONE RISERVATA
Permalink
Ultimi di sezione
Dai nostri archivi
Moved Permanently
The document has moved here.