Storia dell'articolo

Chiudi

Questo articolo è stato pubblicato il 23 ottobre 2011 alle ore 08:17.

My24

Sarà in libreria da martedì il volume Un eremo è il cuore del mondo. Viaggio tra gli ultimi custodi del silenzio (Piemme, pagg. 224, € 15,00) scritto dal giornalista del Sole 24 Ore Francesco Antonioli. Sono racconti di viaggio sulle tracce di eremiti e solitari appartenenti non solo alla tradizione cristiana. Ne anticipiamo di seguito uno stralcio.
Da Bangkok l'aereo impiega un'ora e mezza. Si abbassa mentre sorvola chilometri di giungla. Ecco Luang Prabang, 35mila abitanti, antica capitale di Lan Xang, primo regno del Laos. Per l'Unesco è tra i patrimoni dell'umanità. Nonostante il conflitto nell'Indocina, è riuscita a mantenere intatti i legami con la sua storia: 34 pagode dai tetti curvi, le abitazioni in legno, argilla e bambù, i palazzi coloniali francesi. Ha conservato ciò che è andato perdendosi nella maggior parte del sud est asiatico, cancellato dalle guerre o abraso da un disordinato sviluppo economico. Restano i segni della tradizione buddhista Theravada, "la dottrina degli antichi", la più esigente, legata ai primi insegnamenti del Buddha. In città e nei dintorni si contano 64 monasteri. Domina l'arancione delle tuniche, luci intermittenti in lontananza.
Hans Georg Berger mi sta aspettando: camicia senza collo e pantaloni bianchi di cotone, scalzo. Tedesco di Treviri, classe 1951, intellettuale versatile ed erudito, fotografo. Dal 1993 ha vissuto per mesi e mesi tra i monaci. Adesso abita in un vecchio bungalow. Solo. Attorno, alberi di mango, palme da cocco, rose. Penso a Tiziano Terzani, ma è una storia diversa. Mi porge Meditation colors, elegante pubblicazione fotografica. Sono suoi scatti, con frasi tratte dal Majjima-nikaya, testo millenario del Buddha sulla meditazione. Estrae da un cassetto la fida Hasselblad. Racconta di Joseph Beuys, esponente dell'arte concettuale e teorico della "scultura sociale": «L'ho applicata alla fotografia, la responsabilità sociale dell'artista deve nascere dal rispetto profondo delle altre culture. In Occidente, purtroppo, nell'arte c'è un'idea supponente della solitudine».
I monaci hanno cambiato Hans. È affiorata la sua vena mistica. «Ho compiuto un percorso spirituale – confida –. Mai avrei immaginato di poter stare nella foresta per giorni dormendo a terra e praticando la meditazione...». Ma chi sei? Un eremita sui generis? Un monaco per via artistica? Guarda il Mekong. Gli ricorda la "sua" Mosella. Racconta: «Da ragazzo ho vissuto vicino a Bernkastel-Kues, città natale di Niccolò Cusano, il filosofo del Quattrocento che scrisse della "dotta ignoranza". Un pensiero mozzafiato: mai e poi mai il saper umano riuscirà ad afferrare Dio. Sarà nel "non sapere" che Dio si manifesta? La ragione deve diventare ignorante, se vuol vedere Dio. Nel buddhismo ho trovato questa radicalità e una grande delicatezza esistenziale».
Hans ha legato questi valori all'indubbio talento: «Uso un metodo che chiamo community involvment, cioè pieno coinvolgimento del contesto». Il filosofo Peter Sloterdijk, guardando in Germania le foto sbocciate in Laos, le ha definite «icone nirvaniche». Davanti aveva l'immagine di un novizio immerso nel silenzio: ha lo stesso titolo della mostra permanente al Palazzo reale di Luang Prabang, The Floating Buddha, il Buddha fluttuante. È un giovanissimo novizio in meditazione, tra gli alberi, avvolto nella tunica: esprime forza, serenità, eleganza, persino una punta d'invidia. Un tutt'uno con la natura.
La ricerca della solitudine ha sempre accompagnato Berger: «Il mio obiettivo – sussurra – è restare o tornare nel silenzio, non è venirne fuori». Il primo incontro con lui fu sull'isola d'Elba. E in un eremo, guarda caso: Santa Caterina. Gli è stato affidato in comodato fino al 2048. «La Chiesa e la fede – gli disse nel 1988 l'allora vescovo di Massa Marittima Lorenzo Vivaldo – hanno bisogno degli artisti». All'epoca Hans era direttore del Festival internazionale del Teatro di Monaco. Una carriera più che allettante. Lasciò tutto per vivere senza elettricità e con poca acqua in quelle mura devastate dall'incuria. Per restituire poi il luogo al culto popolare, trasformandolo in riparo per poeti, scrittori, musicisti e ricercatori.
© RIPRODUZIONE RISERVATA

Ultimi di sezione

Shopping24

Dai nostri archivi