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Questo articolo è stato pubblicato il 27 novembre 2011 alle ore 10:00.

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Illustrazione di Franco MatticchioIllustrazione di Franco Matticchio

Negli immediati dintorni, ma anche da un diverso punto di vista, nascono le polemiche di Susan Sontag e di Enzensberger. Sontag, in Contro l'interpretazione, difende la lettura come percezione intensificata contro la mania di interpretare scavando sotto la superficie di opere letterarie e artistiche. Enzensberger difende a oltranza, contro la lettura corretta e ideale, le letture reali anche se difettose, parziali, utilitaristiche, edonistiche, sperimentali, in quanto atti individuali irriducibilmente anarchici e idiosincratici.
Nella lettura i rischi sono dovunque. A volte li corre il testo, a volte li corre il lettore. Altre volte anche l'autore: quando per esempio le sue poesie, come lamenta Enzensberger, vengono usate a scuola per tormentare gli studenti con l'obbligo dell'interpretazione giusta, fino a nausearli per sempre di quella cosa incomprensibile e noiosa chiamata poesia, e di quegli individui da evitare che sono i poeti.
Per quanto mi riguarda, corsi il mio rischio leggendo ai miei studenti di Venezia un passo del diario di Kierkegaard che si apriva con questa frase: "L'uomo comune io lo amo, i docenti mi fanno ribrezzo". Mi ero messo nei guai. Dunque: Kierkegaard o l'università? Aut aut. Senza pensarci molto, due anni dopo, scelsi Kierkegaard e mi dimisi dall'insegnamento.

(Il testo della Alfonso Berardinelli ha tenuto al convegno «Dal progetto di lettura di Carlo Bo alla lettura nell'era digitale» tenutosi a Urbino
Il testo della Alfonso Berardinelli ha tenuto al convegno «Dal progetto di lettura di Carlo Bo alla lettura nell'era digitale» tenutosi a Urbino

(La conferenza è stata presentata dal critico Alfonso Berardinelli a Urbino al convegno «Dal progetto di lettura di Carlo Bo alla lettura nell'era digitale»)

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