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Questo articolo è stato pubblicato il 18 dicembre 2011 alle ore 08:16.

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Ha un sapore estremamente speculativo. Ma l'anno scorso l'astrofisico Vahe Gurzadyan dell'Istituto di fisica Yerevan in Armenia, ha annunciato di avere trovato dei cerchi di questo tipo nel cielo, analizzando i dati accumulati negli anni sul fondo di radiazione cosmico, osservato dagli osservatori WMAP, e BOOMERanG. L'osservazione è poco chiara e la sua interpretazione ancora controversa. Qualcuno obietta che potrebbe trattarsi di fluttuazioni casuali: è facile "vedere" quello che si vuole vedere, nelle fluttuazioni casuali, com'è facile vedere figure nelle nuvole. La questione è aperta, e dibattuta, in attesa di misure più precise. Non so come finirà. Forse i cerchi si riveleranno illusori. Ma non credo che l'idea di cercare tracce di precisi eventi pre-Big Bang morirà.
In ogni caso ci sono due lezioni importanti che si possono trarre da questa idea. La prima è il preciso radicamento nell'osservazione a cui Penrose resta fieramente fedele. Non importa quanto l'idea sia azzardata: quello che importa è che è che sia ancorata a una precisa possibilità di verificarla: cercate i cerchi nel cielo. Questa è scienza buona. Un sano contrappeso ai programmi di ricerca che continuano per decenni senza produrre alcuna predizione precisa, restando all'infinito nel limbo triste delle teorie non verificabili e non falsificabili.
La seconda lezione, solo apparente contraddittoria con la prima, la sottolinea Penrose stesso, con un sorriso disarmante: «Non sopporto l'idea che l'universo sprofondi per un futuro infinito in una morte gelata», dice. È un sentimento, una vaga intuizione, una necessità emotiva. Ma la scienza, anche la scienza migliore, può nascere anche così, dal rifiuto emotivo dell'idea di un futuro troppo noioso. Se sono ancorate a una possibilità concreta di verifica, le idee migliori possono essere, e sono state spesso, frutto di intuizioni del tutto irrazionali, quasi una vaga empatia con l'essere. A ottant'anni, Roger Penrose è ancora maestro di scienza.
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Roger Penrose, Dal Big Bang all'eternità. I cicli temporali che danno forma all'universo, Rizzoli, pagg. 358
Roger Penrose, La strada che porta alla realtà. Le leggi fondamentali dell'universo, Rizzoli, pagg. 1.206
T.O.E., Synergies en Résonance, Projet de Luca Pozzi, Exposition, 29 septembre 20 novembre 2011, Centre d'Art Bastille, Site sommital de la Bastille, Grenoble, Francia
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sull'lhc e la particella dio Le ultime novità sul bosone di Higgs, protagonista delle cronache dei giorni scorsi, si possono leggere sul nostro sito internet. I dati sono analizzati nel nuovo articolo Gian Francesco Giudice (vedi: «Una giornata storica»), dopo che domenica scorsa ne aveva anticipata l'importanza con l'articolo «Il bosone di Higgs è alle corde». In rete anche la storia dell'Lhc raccontata dall'ex direttore del Cern, Luciano Maiani, che decise di chiudere il Lep per iniziare la nuova avventura, e da Roberto Petronzio, presidente dell'Infn («Il Cern e i suoi pilastri»: ben cinque italiani ricoprono posizioni chiave in questa impresa) più altri articoli di Leopoldo Benacchio e Andrea Carobene e, dai numeri scorsi della Domenica, Carlo Rovelli («La particella esasperante»), Carlo Bernardini («A Frascati il primo ciclotrone») e Armando Massarenti («Un bosone politeista!») www.ilsole24ore.com/domenica

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