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Questo articolo è stato pubblicato il 12 febbraio 2012 alle ore 15:32.

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Veduta anticamera Palazzo Marigny a ParigiVeduta anticamera Palazzo Marigny a Parigi

Non so fino a quando il marmo del Canova restò nelle mani dei Razumovskij: il suo proprietario, il Conte Andrea, morì a Vienna nel 1836 e alcuni suoi beni andarono in eredità alla sua seconda moglie, Constantina Domenica von Thürheim, che gli sopravvisse una trentina d'anni (fra questi beni si trovava il ritratto del padre del Conte Andrea di Pompeo Batoni che poi ritornò a un membro della famiglia Razumovskij: questa informazione la prendo da A. M. Clark, Pompeo Batoni, a cura di E. Peters Bowron, Oxford, 1985, pagg. 304). È possibile ma non certo che anche il marmo di Canova abbia seguito lo stesso destino.
Ignoriamo dunque chi e quando acquistò la Danzatrice ma è lecito dire che a farlo fu un membro della famiglia Rothschild. Uno dei cinque famosi fratelli che fondarono la dinastia abitava a Vienna ma fu forse il più noto di loro, il Barone James (1792-1862) che risiedeva a Parigi, ad avere il Canova. Posso solo affermare che la statua a un certo momento fu sistemata nel palazzo che il figlio di James, Gustave (1829-1911) acquistò nel 1869 nell'Avenue Marigny. Devo confessare che quando, dopo il 1965, visitai il Palazzo Marigny (ancora nelle mani dei Rothschild prima che fosse ceduto allo Stato e fosse destinato a residenza dei Capi di Stato stranieri in visita) non ricordo di aver visto il marmo del Canova forse perché inebriato da mille altre cose magnifiche. La Danzatrice si riconosce invece in una veduta della grande anticamera di Palazzo Marigny eseguita dal pittore russo Alexandre Serebriakoff (1907-1994), illustrata due volte: la prima in un volumetto di Gaston Palewski (23 Avenue Marigny, Parigi, 1976) e la seconda nella monografia su Serebriakoff di Patrick Mauriès (Milano, Fmr, 1990, pag. 81 dove la statua viene detta opera di J.B. Carpeaux). Questo acquarello è apparentemente datato 1964 e non saprei dire esattamente quando il marmo venne portato a rue Masseran.

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