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Questo articolo è stato pubblicato il 06 marzo 2012 alle ore 13:30.

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L'ebook, eliminando tutte le variazioni nell'aspetto e nel peso dell'oggetto che teniamo in mano e scoraggiando qualunque cosa distolga la nostra attenzione da quel punto preciso della sequenza di parole (la pagina già letta scompare, quella successiva deve ancora apparire), sembrerebbe avvicinarci all'essenza dell'esperienza letteraria più del libro cartaceo. Senza dubbio offre un rapporto più sobrio e diretto con le parole che compaiono davanti a noi e spariscono dietro di noi di quanto non faccia il libro tradizionale, privandoci della gratificazione feticistica di riempire le pareti di casa con nomi famosi. È come se fossimo stati liberati dai fattori estranei capaci di distrarci dal testo e potessimo concentrarci sul piacere delle parole in sé. In questo senso il transito dal libro cartaceo all'e-book richiama il momento in cui si passa dai libri illustrati dell'infanzia alle pagine in versione adulta, fatta di sole parole. È un mezzo per adulti.

Se a questo si aggiungono la facilità di trasporto dell'e-book, la sua vocazione internazionale (la Cortina di Ferro avrebbe forse potuto frenare gli ebook?), l'indistruttibilità (gli ebook non bruciano) e la promessa che tutti i libri potranno restare in circolazione per sempre e soprattutto a prezzi ragionevoli, non si spiega perché i letterati non abbiano riservato a questo fenomeno un'accoglienza più generosa.

Il paradosso del «New Yorker»
Ogni anno il «New Yorker» festeggia con la sua «Anniversary Issue» e, nell'occasione, commissiona la copertina – uno degli oggetti più iconici della cultura americana – a grafici di prestigio e ai lettori con un concorso, con il vincolo di avere come protagonista il dandy simbolo della rivista: Eustace Tilley, colto mentre con il monocolo osserva una farfalla. Era lui nella prima copertina della rivista, il 19 febbraio 1925. Quest'anno la geniale copertina s'intitola «Loading». La bellezza sta nel paradosso. La carta è usata come se fosse uno schermo dell'iPad, con il dandy sfuocato e opacizzato e, in primo piano, la ruota tipica dell'iPad che indica il livello di caricamento dell'immagine. Un'illusione ottica perfettamente riuscita e, storica notizia, suggerita per la prima volta dall'immagine inviata da un lettore, Brett Culbert, citato nei ringraziamenti. Bravi. (s.sa.)

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