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Questo articolo è stato pubblicato il 18 marzo 2012 alle ore 08:14.

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La commozione suscitata da alcuni passaggi di The Iron Lady sta forse proprio nel senso di forza e insieme di estrema fragilità che porta con sé. Preda della demenza senile, disorientata, espulsa da tempo dal potere, adesso Margaret non è più la signora Thatcher. Che rapporto c'è tra l'una e l'altra? Il nome, il corpo, la solitudine, l'ambizione ostinata, il momento della scelta, il rischio calcolato e quello imprevisto, l'acclamazione e la sconfitta, il gesto fatto nell'ombra e quello esibito. Non è questa materia da romanzieri? Non è ciò che alimenta il ritratto di un uomo illustre? Bisogna esporsi a tutto questo, rompere il muro della diffidenza del suddito verso il sovrano, subire il fascino inquietante di ogni volto del potere.
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