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Questo articolo è stato pubblicato il 29 aprile 2012 alle ore 08:18.

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Se non si vogliono occupare la Borsa, il parlamento, le strade, almeno si eviti manifesti contro il gioco di società dell'arte speculativa. Ma invece no: tutte le gallerie commerciali erano serenamente aperte, in un rapporto di silente complicità con la mostra. L'impressione è che gli organizzatori aspirino a occupy qualche buona poltrona nelle istituzioni. È successo tra gli altri ad Hans Ulrich Obrist e a Nancy Spector, co-curatori della prima edizione: Ute Meta Bauer, che allestì la terza, ha dichiarato di preferire l'insegnamento proprio per non incorrere in simili contraddizioni. Meglio allora ricordare la BB del 2006, intitolata Di uomini e topi, a cui Cattelan, Gioni e Subotnick diedero un sapore eminentemente esistenziale. Forse non si dovrebbe essere maliziosi, ma è bene sapere che quest'ultima edizione è stata realizzata con due milioni e mezzo di euro provenienti in massima parte da casse pubbliche.
Per riprendersi dall'amarezza si può fare un giro al Martin Gropius Bau, lo splendido ex museo di Arti e Mestieri. Tra le mostre allestite c'è anche la splendida «Costruire la rivoluzione: arte e rivoluzione sovietiche 1915-1935» con delle vere scoperte e tanti artisti che, per un ideale, hanno messo sul piatto anche la propria vita.
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Act for Art - Forget Fear, Berlin Biennale 7, KunstWerke e altre sedi, Berlino,
fino al 1° luglio
Building the Revolution: Art and Soviet Revolution, Martin Gropius Bau,
fino al 9 luglio

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