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Questo articolo è stato pubblicato il 06 maggio 2012 alle ore 08:14.

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Ma supponiamo che riesca a scappare da tutto; supponiamo, perché è molto difficile. A questo punto dove va a fare l'eremita? Dove si sistema? Può andare su terreni demaniali, come i greti dei fiumi, montagne, spiagge; alle spiagge però è meglio rinunci perché sono il maggior luogo di turismo estivo e la solitudine sarebbe difficile; ma anche al fiume o alla montagna arriverebbe una guardia a denunciarlo per campeggio abusivo. Notate che se si fa un orticello verrebbe multato, se raccoglie funghi a raccolta regolamentata sarebbe multato, se raccoglie legna verrebbe multato, non parliamo poi se accende un focherello. Una capanna? Abuso edilizio. Ha le fognature? Le altezze? L'indice di risparmio energetico? Il garage? E i rifiuti? L'eremita fa la raccolta differenziata? Distingue il secco dall'umido? E la plastica? Le pile? I medicinali scaduti?
Un eremita non vorrebbe appartenere a nessuno Stato. A quanto mi risulta tutte le terre sono state divise, anche l'Antartide; e c'è il progetto di dividere in lotti la Luna. Unica possibilità il mare aperto, acque internazionali; per far l'eremita al giorno d'oggi bisogna avere una barchetta e non toccare mai terra; recuperare i legni alla deriva per fare occasionali riparazioni; mangiare pesce, che fa bene, alghe, che fanno bene (e fan dimagrire); si rischia lo scorbuto; si rischia di essere scambiati per barchini pirati, su cui c'è libertà di far fuoco. Ci sono le tempeste, in pieno Oceano sono furiose; ma finora il vento non è sotto brevetto, né è considerato bene demaniale. E tuttavia abbandonandosi al vento si finisce prima o poi su un continente e dunque in uno stato territoriale, un eremita sarà classificato immigrato clandestino, finirà in un campo profughi, dove si sta ammassati, il contrario dell'eremitaggio, si riceve un numero, e siamo daccapo. «Da dove vieni?». «Non lo so». «Sei recidivo?». «Non lo so». «Di chi era l'imbarcazione?». «Mia». «Ah! bene! Da chi prendi ordini?». Denuncia per tratta d'immigrati, senza bandiera, senza patente nautica eccetera, eccetera.
Quindi consiglio: vivere in acque internazionali, anche se è difficile; si campa poco, ma quando l'oceano è tranquillo, si è mangiato un pesce, si è bevuto acqua piovana, si è trovato un po' d'insalata alla deriva, e viene la notte, allora ci si distende in fondo alla barca, e si guarda l'immenso cielo, che finora non è vietato guardare, né ci vuole un biglietto d'ingresso, un abbonamento, un canone, una licenza o la partita Iva. Ma questo è ciò che ci distingue dalle formiche, che sono sempre connesse in una loro rete a molecole chimiche.
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