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Questo articolo è stato pubblicato il 01 giugno 2012 alle ore 16:08.

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Sette giorni di programmazione, cinquantasette film (lungometraggi, cortometraggi e documentari, quasi tutti in anteprima), una decina tra mostre, presentazioni di libri e tavole rotonde, persino uno spettacolo teatrale. Per essere così giovane, il Sicilia Queer Film Fest, fa già le cose grande. E a dimostrarlo c'è la sua madrina, Vladimir Luxuria, che proprio oggi, il primo giugno, aprirà le danze del festival internazionale di cinema GLBT (l'acronimo sta per Gay, Lesbiche, Bisessuali, Transgender) e nuove visioni. Dopo il grande successo dell'esordio dello scorso anno, Palermo riaccoglie quest'iniziativa interessante che vede nel direttore Alessandro Rais- quest'anno in giuria al Teddy Award a Berlino e al Torino GLBT, templi del cinema queer- un selezionatore illuminato e un organizzatore coraggioso.

Anche artisticamente e non solo sotto il profilo dei contenuti e dell'identità sessuale, Rais e il suo team sanno essere trasversali e diversi come lo stesso termine Queer pretende. Lo sforzo è quello di uscire dalla caricatura, dalla banalizzazione, dalle etichette per trovare un cinema che sappia parlare un linguaggio altro e alternativo. Lo si capisce dando un'occhiata a quelle sezioni che erroneamente vengono classificate come minori: ci trovi, ad esempio, Cupcake: A zombie lesbian musical, 17 minuti di musical horror che contrappone vecchie bigotte a zombie lesbiche. Incuriosisce, e molto, l'offerta del primo giorno: Let my people go! di Mikael Buch si preeannuncia già come un piccolo cult. Vi diamo solo pochi indizi: il mondo gay si incontra con la cultura ebraica e quella scandinava. E la madre del protagonista è Carmen Maura. Non vi basta? Si parla già di una commedia gay alla Woody Allen, ma qui si sente anche l'influenza del primo Almodovar. In seconda serata il documentario di Chris Arnold Trans racconterà storie e mondi di chi ha lottato per conquistare la propria identità sessuale (e allo scoccare della mezzanotte all'Exit10&Love, si terrà anche il Queerparty, tanto per gradire).

Ma questo è un festival d'autore, fin dal suo trailer. Nella sua prima edizione fu firmato da Roberta Torre, quest'anno sarà la volta di Stefano Savona che qui ripresenterà, il 3 giugno, Palazzo delle aquile (vincitore a Parigi del Cinema du Réel). Il 2, invece, sarà la volta del vincitore del Teddy Award di Berlino (l'orso queer della Berlinale, per intenderci), Keep the lights on di Ira Sachs. Un appuntamento occasionale a Manhattan diventa una travolgente storia d'amore. Melodramma e sentimento assicurati. Dopo, di nuovo un documentario: L'altra metà del cielo... continua, una storia del movimento lesbo "negato", sette testimonianze molto importanti in meno di 50 minuti. A proposito di orsi, anche non berlinesi, da non perdere il Sex and the city gay e pelosissimo Bear city: Tyler, 21enne, e i suoi amici orsi ce ne faranno vedere delle belle. Anzi, dei belli. E l'offerta prosegue, varia e di qualità, fino al 7 giugno, affiancata da retrospettive come quelle dedicate al critico Serge Daney (all'interno di essa il meraviglioso Querelle de Brest di Fassbinder), da convegni sui diritti delle persone della comunità queer, da presentazioni di libri interessantissimi come Il porno espanso.

Dal cinema ai nuovi media, il ricordo di un intellettuale poliedrico e dimenticato come Nino Gennaro. Con audacia e rigore, Rais e i suoi hanno messo in campo un programma estremamente eclettico, in cui il tema GLBT non è un recinto, ma un punto di partenza, di riflessione e di ispirazione. Le ultime righe, però, vale la pena usarle per i due film che chiudono la rassegna: Il richiamo di Stefano Pasetto, storia d'amore tra due donne (Ceccarelli e Inaudi) delicata e potente e Bad boy street, in prima assoluta. Todd Verow, uno dei re del New Queer Cinema, racconta di un attore costretto, per contratto, a nascondere la sua omosessualità. Sfacciatamente attuale. God save the queer.

Per abbonamenti e prevendite chiamare il +39 377 6936471 o scrivere a info@siciliaqueerfilmfest.it.

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