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Questo articolo è stato pubblicato il 25 agosto 2012 alle ore 16:56.

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anche se meno vecchio di quanto alcuni dicono, non risale all'antichità classica. Più che con Goti, Vichinghi, Angli e Sassoni, Alessandro e altri elleni erano interessati a conversare con persiani, battriani, indiani; Giulio Cesare e Marcantonio si identificavano più con gli egizi che con altri europei a nord a ovest di Roma. Ma l'Europa ha conosciuto ondate successive di integrazione politica e culturale – facilitate dalla possente diffusione della Cristianità – e già nel 1464 re Giorgio di Pohebrady in Boemia parlava di unità pan-europea. Altri ne seguirono l'esempio via via e nel Settecento perfino George Washington scrisse al marchese di Lafayette "un giorno, sul modello degli Stati Uniti d'America, nasceranno gli Stati Uniti d'Europa".

Tuttavia fu il sangue europeo versato in due guerre mondiali a generare un urgente bisogno di unità. Come scrisse W.H. Auden all'inizio del 1939,
In the nightmare of the dark
All the dogs of Europe bark,
And the living nations wait,
Each sequestered in its hate.
(«Nell'ora dell'incubo atra/Ogni can d'Europa latra/Ogni viva gente aspetta/Nel suo odio tutta stretta», da "In memoria di W.B. Yeats", Poemi d'occasione, trad. di Nicola Gardini)

Gli eventi stavano per confermare le sue premonizioni peggiori. Nel dopoguerra molti intellettuali europei avevano una terribile paura che si ripetessero, un contesto da tener presente per capire che il movimento di unificazione è iniziato come una crociata per l'unità politica, non finanziaria, non per una moneta comune. Il Movimento federalista europeo è nato dal desiderio di unità politica – di prevenire altre guerre auto-distruttive – com'è chiaro dai contenuti delle dichiarazioni di Ventotene nel 1941 e di Milano nel 1943. Non c'era alcuna ostilità nei confronti di un'integrazione economica e neppure di un'unione finanziaria. Le priorità tuttavia non erano le banche né la moneta, ma la pace, la buona volontà e una graduale integrazione politica. Il fatto che l'unificazione politica abbia accumulato un notevole ritardo sull'incorporazione finanziaria è uno sviluppo successivo e i problemi causati da questa sequenza deliberata fanno capire, come dirò, la natura complessa e l'ampiezza dell'attuale crisi economica europea.

C'è un punto particolarmente degno di nota in questo contesto storico, che viene spesso trascurato. Nella zona euro, i problemi causati dalla precedenza data all'integrazione e all'unione monetaria, senza il sostegno di una più stretta unione politica e fiscale, vanno oltre quelli economici: riguardano l'ostilità sociale e il rapporto tra i popoli dei vari paesi europei. In molte forme diverse, la rabbia e la frustrazione hanno generato tensioni e rafforzato quei politici estremisti che l'Europa, era lecito aspettarsi, si era lasciata alle spalle.

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