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Questo articolo è stato pubblicato il 23 ottobre 2012 alle ore 08:00.

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Non per sottolineare l'ovvio, ma se assumiamo che la Guerra Civile fu la guerra più importante nella storia del nostro Paese, e l'Illinois lo Stato più importante coinvolto in quel conflitto, ne consegue che l'Illinois è lo Stato più importante della storia del Paese, il più essenziale al mantenimento dell'Unione contro ogni speranza e il più indispensabile alla risurrezione e sopravvivenza del Paese. Se i nostri antenati non avessero eletto Lincoln, se non l'avessero foraggiato e non gli avessero offerto un fondamento massiccio da cui lanciare le sue speranze presidenziali, non sarebbe stato eletto presidente, e il Paese sarebbe stato illuminato da una luce più fioca, che avrebbe preferito la dissoluzione dell'Unione e chissà che altro ammasso infelice di acquiescenza e compromesso. Basti dire che il Paese avrebbe dovuto vivere, per anni o decenni, all'ombra miserabile di quell'atrocità che fu la schiavitù. L'Illinois diede all'America Abraham Lincoln, un uomo che era al tempo stesso umile, moralmente inscalfibile, coraggioso e incredibilmente eloquente.
Parlando di Barack Obama, anche lui viene ovviamente dall'Illinois. Potrà aver passato del tempo alle Hawaii, ma è un vero prodotto dell'Illinois sulle cose che contano, ed è l'erede di Lincoln sotto tanti aspetti. Come Lincoln, è magro. Come Lincoln, sa fare un discorso. Come Lincoln, ha uno humour sarcastico e il buon senso per sapere quando usarlo. Come Lincoln, ispira le folle con la sua oratoria e si sente a casa con la gente, tutta la gente, sempre. È a suo agio, per esempio, con Dick Durbin, l'altro senatore dell'Illinois, un uomo meno magnetico di Obama ma non meno saldo e autentico.

Fatto della stessa pasta del suo predecessore Paul Simon, Durbin ha l'aria di un direttore di banca dei sobborghi, ma è audace e coraggioso: ha votato contro la guerra in Iraq, viene spesso definito il membro più liberal del Senato, e prende sempre zero nei giudizi della National Rifle Association, Dio lo benedica. Durbin è tifoso e amico di Obama, antico avversario di Hillary Rodham Clinton, altro fiero prodotto di questo grande Stato. È nata a Chicago e cresciuta a Park Ridge, sobborgo vicino e piacevole della città, con genitori conservatori che le hanno instillato il senso dell'importanza del duro lavoro e la fedeltà ai valori conservatori. Da giovane, ha lavorato e votato per Barry Goldwater, ritrovando la lucidità prima dell'elezione del suo erede Ronald Reagan, altro figlio prediletto dello Stato – o perlomeno degli abitanti della parte downstate.
Sebbene sia spesso considerato californiano, Reagan crebbe in una maniera che dice tutto dell'essenza small-town della gran parte dell'Illinois. La sua famiglia visse per un po' nella minuscola Tampico per poi stabilirsi a Dixon: entrambe a nordovest. A Dixon il giovane Reagan frequentò il liceo, lavorò come bagnino – salvò settantasette vite – e fu protagonista a teatro e negli sport, con ruoli vari e recensioni altalenanti. Frequentò l'Eureka College, poi cominciò una carriera da commentatore radio, specializzandosi nelle partite di baseball. Mentre commentava le partite dei Cubs, durante una trasferta in California fece un provino che portò alla sua carriera da attore. Il resto è il resto, qualunque valore vogliate dargli.

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