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Questo articolo è stato pubblicato il 15 novembre 2012 alle ore 09:58.

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Ore 12.45 - Interviene il capo dello Stato, Giorgio Napolitano.
«Non invado campi, ma non taglio solo nastri», ha dichiarato il presidente della Repubblica, sottolineando che «Rilanciare lo sviluppo ci deve assillare». Napolitano ha preso la parola in una atmosfera resa incandescente da alcune proteste dalla platea sulla scarsa attenzione alla cultura in Italia. Napolitano ha sottolineato che la «cultura è il motore del Paese», e che bisogna dare valore ai talenti delle giovani generazioni.

Ore 12,40 - Profumo: bando da 120 milioni per agenzia innovazione. Il ministro dell'Istruzione Profumo ha annunciato agli Stati generali della cultura un bando da 120 milioni per un'agenzia per l'innovazione. «Il 40% dei fondi del bando saranno per il Sud. Attraverso questo piccolo seme possiamo aprire una nuova strada». Al centro del bando ci saranno attività di ricerca, formazione e creazione di nuove imprese.

Ore 12.35 - Contestato il ministro Profumo. Dopo l'esame della Camera «il secondo ramo del Parlamento dia la giusta attenzione al tema della scuola». È l'appello del ministro dell'istruzione Francesco Profumo agli Stati generali della cultura al teatro Eliseo. «Abbiamo bisogno di un piano quinquennale per la formazione e per l'università», ha spiegato Profumo. Basta con lo stop and go delle risorse per scuola e università, ha poi aggiunto il ministro. «L'innaffiatoio non può essere aperto e chiuso, il finanziamento deve avere continuità. Non si può andare avanti con gli stop and go», ha detto Profumo. Subito contestazioni dalla platea: «I rubinetti li avete chiusi voi che date i soldi alle scuole private». Ma il ministro ha precisato che sta parlando di scuole e enti statali.

Ore 12.20 - Contestato anche Barca dalla platea. All'Eliseo, nel corso degli Stati generali della cultura viene, poi, contestato anche il ministro della Coesione territoriale Fabrizio Barca. Dalla platea parte un «vergogna». Ma il ministro si è difeso: «Poi mi spiega perché. Comunque io ho una visione positiva di questa effervescenza. È l'italia che torna a chiedere». Poi spiega: «Non è solo una questione di risorse. A volte ci sono, ma vengono spese male».

Ore 12.15 - Ornaghi difende le scelte del Governo. Nel suo intervento, il ministro della Cultura, Lorenzo Ornaghi, ha registrato l'appello a un rilancio da parte di Carandini, ma si è chiesto anche come uscire dal circolo vizioso della lamentela continua. Lo sforzo del ministero è stato quello innanzitutto di «comunicare» il buon uso delle (poche) risorse esistenti. Tra le proteste della sala, il ministro poi ha spiegato la necessità di uscire dalla mentalità esclusivamente pubblica per promuovere una maggiore cooperazione pubblico-privato e una maggiore coperazione con gli enti territoriali. Altro obiettivo, puntare di più sul privato sociale. Occorre poi. conclude, incentivare la cooperazione con le realtà associtive che si occupano di tiuteola del patrimonio, come il Fai.

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