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Questo articolo è stato pubblicato il 25 novembre 2012 alle ore 08:14.

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Si può anche allargare questo sguardo retrospettivo oltre le profezie bibliche e – come fa Benedetto XVI – applicarlo analogicamente alla famosa IV Ecloga di Virgilio con le sue immagini generazionali spesso rilette in chiave cristiana, e persino – sia pure per superamento – si può rimandare all'iscrizione augustea di Priene (9 a.C.) ove ci si imbatte in un lessico riletto dal cristianesimo («salvatore, pace, ecumene, vangelo»): forse «i sogni segreti e confusi dell'umanità di un nuovo inizio si sono realizzati nell'avvenimento di Cristo, in una realtà come solo Dio poteva creare». La figura dei Magi diventa, al riguardo, emblematica: «essi rappresentano l'incamminarsi dell'umanità verso Cristo, inaugurano una processione che percorre l'intera storia».
C'è, infine, un ultimo suggerimento che papa Ratzinger attinge all'attuale (ma anche tradizionale) narratologia: in azione sono due attori, l'autore e il lettore. Soprattutto di fronte a testi performativi e non meramente informativi come sono quelli religiosi, il puro movimento «centripeto» («che cosa essi dicono in sé») deve coniugarsi con un percorso «centrifugo» che giunge fino all'oggi («che cosa essi dicono per me»). È su questa base che le pagine di Benedetto XVI sono costantemente intarsiate di interpellanze rivolte al lettore. Così, tanto per esemplificare, il rapporto tra fede e politica è ripreso nel suo duplice profilo: «A volte, nel corso della storia, i potenti di questo mondo attraggono a sé il regno di Dio; ma proprio allora esso è in pericolo: essi vogliono collegare il loro potere col potere di Gesù, e proprio così deformano il suo regno, lo minacciano. Oppure esso è sottoposto all'insistente persecuzione da parte dei dominatori che non tollerano alcun regno e desiderano eliminare il re senza potere, il cui potere misterioso, tuttavia, essi temono».
Una nota finale a margine. A differenza di molti teologi che si avvolgono nel manto dell'autoreferenzialità linguistica, striata di oscurità esoterica e oracolare, invalicabile alla «gente che non conosce la Legge» (Giovanni 7,49), Ratzinger adotta un linguaggio sempre limpido, essenziale, incisivo, persino umile («una spiegazione pienamente convincente di questo finora non l'ho trovata...»). Ratzinger mette in pratica quel principio che Wittgenstein aveva coniato (ma poco seguito) nel suo Tractatus logico-philosophicus: «Tutto quello che si può dire, si può dire chiaramente», e già quel grande oratore che era san Bernardino da Siena ammoniva che «colui che parla chiaro, ha chiaro l'animo suo». Questa virtù, per altro, è richiesta dall'oggetto stesso di quei 180 versetti, che hanno al centro un Bambino che nasce da «una giovane donna ignota, in una piccola città ignota, in un'ignota casa privata. Il segno della Nuova alleanza è l'umiltà, il nascondimento».
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il libro
Il nuovo libro di Joseph Ratzinger-Benedetto XVI, L'infanzia di Gesù è edito da Rizzoli e Libreria Editrice Vaticana, ed è disponibile per i lettori italiani da questa settimana. Il libro esce in contemporanea in 9 lingue (italiano, tedesco, brasiliano, croato, francese, inglese, polacco, portoghese e spagnolo) e in 50 Paesi, la tiratura globale della prima edizione supera il milione di copie. Nei prossimi mesi, il volume sarà tradotto in 20 lingue per la pubblicazione in 72 Paesi. I primi due volumi del Gesù di Nazaret di Joseph Ratzinger-Benedetto XVI, dedicati alla vita pubblica di Cristo – Dal Battesimo alla Trasfigurazione (Rizzoli) e Dall'ingresso in Gerusalemme fino alla risurrezione (Libreria Editrice Vaticana) – sono stati pubblicati nel 2007 e nel 2011 e sono presenti nel catalogo Bur.

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